Un breve riassunto dell’Iliade

Agamemnon, Graecorum dux, Achillis ancillam, cui (“alla quale”) nomen erat Briseidi, quia Brisae (“Brise”) sacerdotis ilia erat, propter discordiam inter eos (“loro”, acc. plur.) rapere decernit. Itaque ob iram Achilles in proelium non prodibat (“andava”), sed, in regem odio plenus, cum Patroclo amico suo in quiete manebat. Cum Graeci ab Hectore fugantur, Achilles, quod a Patroclo obiurgatur (“è rimproverato”), amico arma sua tradit. Cum Troiani arma Achillis conspiciunt, prae timore fugiunt, sed mox se reiciunt (“riprendono coraggio”): Patroclus multa vulnera accipit atque ab Hectore intericitur, qui (“il quale”, nom. sing.) etiam arma Achillis capit.
Cum Achilles facinus Hectoris cognoscit, cum Agamemnone in gratiam redit (“fa pace”) et rursus (“di nuovo”) pugnare cupit. Quoniam Achilli arma non erant, hetis (“Teti”) mater a Vulcano deo nova arma petit et ilio suo dat. His (“queste”, abl. plur.) armis Hectorem necat, ad currum (“carro”) ilium Priami vincit, deinde circa (“intorno” + acc.) muros currum vehit. Tamen mors (“la morte”, nom. sing.) inimici ferum iuvenis animum ad pietatem non movebat; Achilles enim Priamo patri ilium non reddebat (“restituiva”). Sed dolor patris timorem vincit: Priamus in castra Graecorum venit, Achillem ad lacrimas (lacrima, ae “lacrima”) movet et corpus ilii accĭpit

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.84 n.12 – Igino

Agamennone comandante dei greci decise di rapire l’ancella di Achille che si chiamava Briseide che era la figlia del sacerdote Brise a causa della loro discordia. Dunque Achille essendo arrabbiato (lett. “per la rabbia”) non andava in battaglia, ma, pieno di odio contro il re, rimaneva neutrale insieme al suo amico Patroclo. Mentre i Greci sono cacciati da Ettore, Achille, poiché è rimproverato da Patroclo, consegna all’amico le sue armi. I Troiani vedendo le armi di Achille, indietreggiano dalla paura, ma presto riprendono coraggio: Patroclo viene ferito gravemente ed è ucciso per mano di Ettore, il quale ruba anche le armi di Achille.
Quando Achille venne a conoscenza del fatto commesso da Ettore, fa pace con Agamennone e sente il desiderio di tornare a combattere. Dal momento che Achille non ha armi, la madre Teti ne chiede dal dio Vulcano di nuove e le da a suo figlio. Con queste armi uccide Ettore, lega al carro il figlio di Priamo, dopo di che conduce il carro intorno alle mura (della città). Tuttavia la morte del nemico non commuoveva l’animo feroce del giovane; Achille infatti non restituiva al padre Priamo il figlio, tuttavia il dolore del padre vince la paura: Priamo giunge nell’accampamento dei Greci, spinge alle lacrime Achille e riceve il suo corpo.