Un dono modesto per Trasibulo

Thrasybulo pro tantis meritis honoris causa oleagina corona ab Atheniensibus data est. Quae cum ob civium gratiam tributa esset, nullam habuit invidiam et magnam gloriam peperit. Bene ergo Pittacus ille, qui septem sapientum numero est habitus, cum Mytilenaei multa milia iugerum agri ei munera darent, dixit: «Cavete, oro vos, ne id mihi detis, quod multi invideant, plures etiam concupiscant. Quare ex istis nolo («non voglio») amplius quam centum iugera, quae et meam animi aequitatem et vestram voluntatem indicent». Nam parva munera diutina sunt, locupletia non propria esse consueverunt. Illa igitur corona contentus Thrasybulus neque amplius voluit («volle») neque quemquam honore se antecessisse existimavit.

A scuola di latino – Pag.69 n.5 – Cornelio Nepote

Per i tanti grandi meriti gli Ateniesi attribuirono, a titolo d’onore, una corona d’olivo a Trasibulo. Poiché era stata conferita a motivo di ringraziamento da parte dei concittadini, non suscitò nessuna invidia e ottenne una grande gloria. Quindi il celebre Pittaco, che è stato annoverato nel numero dei sette sapienti, siccome gli abitanti di Mitilene gli offrivano in dono molte migliaia di iugeri di terreno, opportunamente disse: “Vi prego, non datemi quello che molti potrebbero invidiare, parecchi anche bramare. Perciò di questi non voglio più di cento iugeri, che attestino sia la mia moderazione d’animo sia la vostra benevolenza”. Infatti i piccoli doni sono duraturi, i ricchi doni sono soliti essere passeggeri. Pertanto Trasibulo, soddisfatto di quella corona, né volle un omaggio più grande, né pensò che qualcuno lo avesse superato nell’onore.