Un episodio che segna l’inizio delle sanguinose guerre civili

Tum P. Scipio Nasica, nepos eius qui optimus vir a senatu iudicatus erat, filius eius qui censor porticus in Capitolio fecerat, pronepos autem Cn. Scipionis, cum esset consobrinus Ti. Gracchi, patriam cognationi praeferens et quod publice salutare non esset, privatim alienum existimans (ob eas virtutes primus omnium absens pontifex maximus creatus est), cum togae lacinia laevo brachio circumdedisset, ex superiore (“più alta”, abl. f. sing.) parte Capitolii summis gradibus insistens, hortatus est ut, qui salvam cuperent rem publicam, se sequerentur. Tum optimates, senatus atque equestris ordinis pars melior (“migliore”, nom. f. sing.), et intacta perniciosis consiliis plebs inruerunt in Gracchum stantem in area cum catervis suis et concientem paene totius Italiae frequentiam. Is fugiens decurrensque clivo Capitolino, fragmine subsellii ictus vitam, quam gloriose degere potuerat (“avrebbe potuto”), immatura morte finivit. Hoc initium in urbe Roma civilis sanguinis gladiorumque impunitatis fuit.

Velleio Patercolo

Allora Publio Scipione Nasica, nipote di quello che dal senato era stato giudicato un uomo ottimo, figlio di quello che da censore aveva eretto i portici sul Campidoglio, inoltre pronipote di Gneo Scipione, essendo cugino di Tiberio Gracco, poiché anteponeva la patria alla parentela e stimando personalmente estraneo ciò che pubblicamente non fosse utile (grazie a queste virtù primo tra tutti, da assente, fu nominato pontefice massimo), dopo che ebbe collocato il lembo della toga attorno al braccio sinistro, stando sui gradini più alti nella parte più alta del Campidoglio, esortò che lo seguissero coloro che volevano la repubblica salva. Allora gli ottimati, il senato e la parte migliore dell’ordine equestre, e la plebe non coinvolta in piani pericolosi, si lanciarono contro Gracco, che stava nella piazza con le sue schiere e incitava la moltitudine di quasi tutta l’Italia. Egli fuggendo e correndo giù dal pendio Capitolino, colpito da un frammento di sedile, con una morte prematura terminò una vita che avrebbe potuto condurre gloriosamente. Questo nella città di Roma fu l’inizio del sangue civile e dell’impunità delle spade.