Un furto mancato di Verre

Chrysas est amnis, qui per Assorinorum agrum fluit. Is apud illos habetur deus et religione maxima colitur. Fanum eius est in agro propter ipsam viam, qua Assoro itur Hennam. In eo Chrysae simulacrum est praeclare factum e marmore. Id iste poscere Assorinos propter singularem eius fani religionem non ausus est; Tlepolemo dat et Hieroni negotium. Illi noctu, facta manu armataque, veniunt, fores aedis effringunt; aeditimi custodesque mature sentiunt: signum, quod erat notum vicinitati, bucina datur. Homines ex agris concurrunt: eicitur fugaturque Tlepolemus; neque quicquam ex fano Chrysae praeter unum perparvulum signum ex aere desideratum est.

Maiorum Lingua – Nuovo Comprendere e Tradurre – Cicerone

Il Crisa è un fiume che scorre attraverso le campagne degli Assorini. Presso di loro è considerato un dio ed è venerato con la massima devozione. Il suo tempio si trova nella pianura vicino alla via per la quale da Assoro si va ad Enna. In esso c’è una splendida statua di Crisa fatta col marmo. Costui non osò, a motivo dello straordinario carattere sacro di quel santuario, chiederla agli Assorini; dà l’incarico a Tlepolemo e a Gerone. Quelli di notte, creato un manipolo e armatolo, vanno, sfondano le porte del tempio; i custodi e i guardiani se ne accorgono per tempo: viene dato con la buccina il segnale che era noto al vicinato. Gli uomini accorrono in massa dai campi: Tlepolemo viene scacciato e messo in fuga; non si lamentò la perdita di nulla dal tempio di Crisa, al di là di una piccolissima statua di bronzo.