Un pericolo scampato

Al principio della primavera Lucio Emilio Paolo condusse il suo esercito nel paese dei Liguri Ingauni, per sottomettere quelle popolazioni. Quando ebbe posto il campo in quei territori, vennero da lui da parte dei nemici alcuni ambasciatori, sotto pretesto (per speciem) di chiedere la pace, ma con l’intenzione di osservare le forze dei Romani. A Paolo Emilio, che chiedeva loro di arrendersi, chiesero un po’ di tempo per persuadere i loro fieri concittadini. Fu concessa una tregua di dieci giorni, che essi consumarono non nel persuadere i concittadini alla pace, ma nel preparare un attacco improvviso. Al nono giorno, infatti, assalirono il campo dei Romani, i quali non ebbero neppure la possibilità di uscire e di schierare le loro truppe, ma dovettero difendere i loro accampamenti più con il resistere che con l’attaccare.

Ad Limina (2) – Pag.171

Vere ineunte Lucius Aemilius Paulus suas copias in regionem Ligurum Ingaunorum duxit, illas gentes subacturus. In ea regione castris positis, ab hostibus ad eum aliquot legati venerunt, per speciem petendae pacis, sed vires romanas speculaturi. A Paulo Aemilio, ab iis reposcenti ut se dederent, paulum temporis petiverunt ut suis feris civibus deditionem suaderent. Indutiae decem dierum permissae sunt, quas non civibus pacem suadentes, sed inopinatum impetum parantes consumpserunt. Nono die, enim, invecti sunt in castra Romanorum, quibus nec facultas quidem egrediendi ac suas copias instituendi data est, sed sua castra tueri coacti sunt magis renitendo quam incurrendo