Un poeta amante della natura

Tibullus, clarus Romanus poeta, serenam in agris suis vitam agere amabat: negotia, forum militiamque vitabat. Frigidis agrorum auris recreabatur, ut etiam (come pure) pratorum silvarumque silentio. Poetae anima amoenis rivis delectabatur. Tibullus in libris suis vitae rusticae gaudia canebat et agricolis ita dicebat: «Boni agricolae, camporum silvarumque deas deosque pie colite! Ii (Essi) victimas vestras probabunt, agros armentaque protegent, morbos fugabunt, familias vestras adiuvabunt et in vicis vestris sine curis vivetis, quia (poiché) vestrae terrae quies (la quiete, sogg.) numquam ulla ruina turbabitur».

Tibullo, celebre poeta Romano, amava condurre una vita tranquilla nei suoi campi: evitava le occupazioni, il foro e la vita militare. Era ristorato dalle fresche brezze dei campi, come pure dal silenzio dei prati e dei boschi. L’anima del poeta era dilettata dai piacevoli ruscelli. Tibullo nelle sue opere cantava le gioie della vita di campagna e diceva così ai contadini: «O buoni contadini, venerate con devozione le dee e gli dèi dei campi e dei boschi! Essi apprezzeranno le vostre vittime, proteggeranno i campi e le greggi, allontaneranno le malattie, favoriranno le vostre famiglie e vivrete senza preoccupazioni nei vostri villaggi, poiché la quiete della vostra terra non sarà mai turbata da nessuna sciagura».