Un uomo davvero scorbutico

Timon Atheniensis, de cuius asperrimo et immani animo multa nobis tradita sunt, in omnes homines odium acerrimum habebat et, degens solus vitam ruri, eorum societatem vitabat. Olim cum in urbem venisset ut contioni populi adesset et hoc cum omnino praeter consuetudinem esset, magna omnium civium admiratio et exspectatio fuit. Tum ille, cum suggestum ascendisset, ex quo oratores ad populum orationes suas habere solebant, silentio facto «Athenienses – inquit – est mihi area quaedam, ubi succrevit ficus ex qua multi vestrum iam se suspenderunt. Cum autem in area illa aedes extruere mihi in animo sit, vos moneo me cito illam arborem excisurum esse: qui igitur de suspendendo cogitat, maturet!».

L’Ateniese Timone, sul cui animo assai intrattabile e crudele ci sono state tramandate molte cose, aveva nei confronti di tutti gli uomini un odio molto forte e, passando da solo la vita in campagna, evitava la loro compagnia. Una volta poiché era andato in città per essere presente ad una assemblea del popolo e questo fatto era completamente fuori dall’usuale, grande fu la sorpresa e la curiosità di tutta la cittadinanza. Allora quello, dopo esser salito sul palco, dal quale gli oratori erano soliti tenere i loro discorsi al popolo, calato il silenzio: “Ateniesi – disse – io ho un campo, dove è cresciuto un fico, al quale già si sono impiccati molti dei vostri concittadini. Ma poiché ho in animo di costruire una casa in quell’area, vi avverto che presto taglierò quell’albero: quindi chi pensa di impiccarsi, si affretti!”.