Un’eccessiva felicità può condurre alla morte

De Rhodio Diagora celebrata historia est. Diagoras tres («tre») filios adulescentes habuit, unum pugilem, alterum pancratiastem, tertium luctatorem. Eos omnes vidit victores et coronatos Olympiae eodem die, et, dum tres adulescentes eum basiant, coronis suis in caput patris positis, iactatis in eum undique floribus a populo gratulabundo, ibidem in stadio, inspectante populo, in osculis atque in manibus filiorum animam efflavit. Praeterea, ut in nostris annalibus scriptum legimus, ea tempestate, qua apud Cannas exercitus populi Romani caesus est, anus mater, nuntio de morte filii vulgato, luctu et maerore affecta est; sed is nuntius non verus fuit et, cum is adulescens non diu post ex ea pugna in urbem revertit, anus repente, filio viso, copia atque turba et quasi ruina incidentis inopinati gaudii oppressa exanimataque est.

Gellio

È stata celebrata la storia di Diagora di Rodi. Diagora ebbe tre figli giovani, uno pugile, uno pancraziaste, il terzo lottatore. Egli li vide tutti vincitori e incoronati ad Olimpia nello stesso giorno, e, mentre i tre giovani lo baciavano, dopo aver posto le loro corone sul capo del padre, dopo che erano state gettate da ogni parte su di lui fiori dal popolo che si congratulava, proprio lì nello stadio, mentre il popolo lo guardava, spirò tra i baci e le mani dei figli. Inoltre, come leggiamo scritto nei nostri annali, in quell’occasione, nella quale presso Canne l’esercito del popolo Romano fu annientato, una vecchia madre, essendo stata diffusa la notizia della morte del figlio, fu colpita dall’angoscia e dal dolore; ma questa notizia non fu vera e, quando questo giovane non molto tempo dopo quella battaglia tornò in città, la vecchia all’improvviso, avendo visto il figlio, fu schiacciata e uccisa dall’abbondanza, dalla foga e dalla caduta repentina dell’inaspettata gioia che sopravveniva.