Utilità del riposo

Danda est tamen omnibus aliqua remissio, non solum quia nulla res est, quae perferre possit continuum laborem, atque ea quoque sensu et anima carent, ut servare vim suam possint, velut quiete alterna retenduntur, sed quod studium discendi voluntate, quae cogi non potest, constat. Itaque et virium plus adferunt ad discendum renovati ac recentes et acriorem animum, qui fere necessitatibus repugnat. Modus tamen sit remissionibus, ne aut odium studiorum faciant negatae aut otii consuetudinem nimiae.

Comprendere e Tradurre (2) – Pag.387 n.5 – Quintiliano

Bisogna concedere a tutti (gli allievi) qualche pausa, non solo perché non c’è nessun essere che possa sopportare una fatica continua – e anche quelle cose che sono prive di sensibilità e di anima, per poter conservare la loro efficienza, si distendono per così dire con intervalli di riposo, ma perché il desiderio di imparare si basa sulla volontà, che non può subire costrizioni. E così, rinvigoriti e messi a nuovo, (gli studenti) mettono nell’imparare più forze e una attenzione più viva, che generalmente si ribella alle imposizioni. Né mi dispiacerebbe il gioco nei fanciulli – anche questo è segno di vivacità -, e non potrei sperare che quel (ragazzo) triste e sempre a testa bassa sarà di intelligenza sveglia negli studi, dal momento che dorme anche in questo slancio (che è) perfettamente naturale per quelle età. Le pause tuttavia abbiano un limite, perché non generino o odio verso gli studi, (se) negate, o abitudine all’ozio, (se) eccessive.