Valorosi ma disonesti

In Caesaris equitatu duo (= due) Allobrogici fratres erant, Rucillus et Aecus, viri audacissimi. Eorum virtus pretiosissima semper fuerat in omnibus bellis Gallicis. Quare iidem non solum apud Caesarem in maximo honore erant, sed etiam apud totum eius exercitum. Sed isti, freti Caesaris benevolentia et sua stulta arrogantia elati, commilitones suos spernebant et stipendium equitum fraudabant. Hac fraude patefacta, eorum comites universi ad Caesarem ipsum venerunt palamque de eorum improbitate questi sunt (= si lagnarono). Caesar autem, et quia illud tempus non opportunum ad animadversionem putabat, et quia illos strenuos fratres sibi adiunctos tenere cupiebat, ad aliud tempus rem hanc totam distulit (= differì). Tamen ipse eosdem secrete punivit e severe monuit: «Ex benevolentia mea omnia bona vobis expectate, sed ex ira mea maximas poenas!».

Nella cavalleria di Cesare c’erano due fratelli Allobrogi, Rucillo ed Eco, uomini molti coraggiosi. Il loro valore era stato sempre molto prezioso in tutte le guerre Galliche. Per questo gli stessi erano in grandissimo onore non soltanto presso Cesare, ma anche presso il suo intero esercito. Ma questi, confidando nella benevolenza di Cesare e imbaldanziti dalla loro sciocca arroganza, disprezzavano i loro commilitoni e si appropriavano indebitamente dello stipendio dei cavalieri. Essendo stata questa frode scoperta, tutti i loro compagni andarono da Cesare in persona e si lagnarono apertamente della loro disonestà. Ma Cesare, sia perché riteneva quel momento non adatto ad un castigo, sia perché desiderava tenere uniti a sé quei valorosi fratelli, differì tutta questa faccenda ad un altro momento. Tuttavia egli stesso punì in disparte gli stessi e li ammonì severamente: «Dalla mia benevolenza aspettatevi ogni bene, ma dalla mia ira (aspettatevi) grandissimi castighi!».