Verre libera i capi dei pirati dietro compenso

Emerserit etiam ex peculatus iudicio: meditetur (Verres) de ducibus hostium quos accepta pecunia liberavit, quaerat non solum quem ad modum nostro crimini, verum etiam quo pacto suae confessioni possit mederi, meminerit se priore actione (“nel primo dibattito”) clamore populi Romani infesto atque inimico excitatum, confessum esse duces praedonum a se securi non esse percussos, se iam tum esse veritum ne sibi crimini daretur (“di essere incriminato con l’accusa…”) eos ab se pecunia liberatos; fateatur, id quod negari non potest, se privatum hominem praedonum duces vivos atque incolumes domi suae, postea quam Romam redierit, retinuisse. Confringat iste sane vi sua consilia senatoria, quaestiones perrumpat, evolet ex vestra severitate: mihi credite, artioribus loqueis apud populum Romanum tenebitur.

Cicerone

Supponiamo che si sia liberato anche dal giudizio di peculato: (Verre) pensi ai capi dei nemici, che liberò dopo aver accettato del denaro, consideri in che modo possa non solo rimediare alla nostra incriminazione, ma anche in che maniera (“possa rimediare”, sottinteso) alla sua confessione, ricordi che nel primo dibattito, stimolato dalle grida minacciose e ostili del popolo Romano, confessò che i capi dei pirati non erano stati da lui uccisi con la scure, ma che già allora temeva di essere incriminato con l’accusa che essi fossero stati da lui liberati per denaro; ammetta, cosa che non può essere negata, che egli, da privato cittadino, dopo essere tornato a Roma, ha tenuto i capi dei pirati vivi ed incolumi nella sua casa. Infranga costui totalmente con la sua potenza le delibere del senato, superi le inchieste, si sottragga alla vostra severità: credetemi, verrà tenuto da lacci più stretti davanti al popolo Romano.