Scaltrezza di Quinto Fabio Labeone

Q. Fabius Labeo, arbiter finium constituendorum inter Nolanos et Neapolitanos a senatu d cum in rem praesentem venisset, utrosque separatim monuit ut, omissa cupiditate, a contro agro regrederentur. Cum utraque pars, auctoritate illius viri mota, id fecisset, aliquantum in m vacui agri relictum est. Constitutis deinde finibus, ut ipsi terminaverant, quidquid reliqu fuit, populo Romano adiudicavit. Nolani ac Neapolitani, etsi circumventi, queri nihil potue civitati nostrae autem novum vectigal accessit. Eundem ferunt, cum a rege Antiocho, quem superaverat, ex foedere icto dimidiam partem navium accipere deberet, medias omnes secuis eum tota classe privaret.

Valerio Massimo

Quinto Fabio Labeone, designato dal senato come giudice per definire i confini tra i Nolani e i Napoletani, dopo aver fatto un sopralluogo, esortò separatamente gli uni e gli altri, messa da parte la loro brama, a ritirarsi dal territorio controverso. Quando tutt’e due le parti, indotte dall’autorità di quell’illustre uomo, lo avevano fatto, in mezzo rimase una discreta estensione di campagna libera. Posti quindi i confini, come loro stessi li avevano fissati, assegnò al popolo Romano quello che rimase (del terreno). I Nolani e i Napoletani, sebbene raggirati, non poterono lamentarsi di nulla, mentre una nuova entrata erariale si aggiunse alla nostra città. Tramandano che lo stesso, poiché in seguito alla conclusione di un accordo doveva ricevere dal re Antioco, che aveva sconfitto, la metà delle navi, le tagliò tutte a metà, così da privarlo dell’intera flotta.