Alberto Moravia

Alberto Pincherle (Moravia è il cognome della nonna paterna) nacque in Via Sgambati a Roma da una benestante famiglia borghese. Il padre Carlo, ebreo, era architetto e pittore. La madre Teresa Iginia De Marsanich era di Ancona ma di origini dalmate. Fu il terzo di quattro figli, tra le più anziane Adriana e Elena ed il più piccolo Gastone. Egli non riuscì a compiere studi regolari perché all’età di nove anni venne colpito da una seria forma di tubercolosi ossea che lo costrinse a letto per ben cinque anni, tre dei quali trascorsi a casa e due presso il sanatorio Codivilla di Cortina d’Ampezzo.

Ragazzo di viva intelligenza, non potendo condurre la vita dei ragazzi della sua età, ebbe molto tempo per la lettura alla quale si dedicò con fervido impegno e profonda passione, formandosi così una solida base letteraria allargata alle più significative tendenze della cultura europea. Tra i suoi autori preferiti vi furono Fëdor Dostojeskij, Joyce, Goldoni, Shakespeare, Molière, Mallarmé e molti altri. Imparò con facilità il francese e il tedesco e iniziò a scrivere versi in francese e in italiano. Nel 1925, lasciato il sanatorio, recatosi a Bressanone per la convalescenza inizierà a scrivere Gli indifferenti. Conobbe in quel periodo Corrado Alvaro e Massimo Bontempelli e nel 1927 iniziò a collaborare alla rivista ‘900 dove pubblicò i suoi primi racconti tra i quali la Cortigiana stanca, che uscì in francese (Lassitude de courtisane) nel 1927, il Delitto al circolo del tennis del 1928, Il ladro curioso e Apparizione nel 1929. Nel ’29, dopo non poche difficoltà, riuscì a pubblicare a sue spese (5.000 Lire dell’epoca) presso l’editore milanese Alpes il suo primo romanzo, Gli indifferenti, che ottenne subito da parte della critica buoni consensi e venne considerato uno degli esperimenti più interessanti di narrativa italiana di quel tempo. Al romanzo italiano, in crisi e in cerca di nuove soluzioni, si offriva un solido impianto romanzesco tradizionale. La struttura teatrale ‘in blocchi’ del romanzo era molto in linea con il gusto letterario francese dell’epoca; Moravia infatti puntava alla Tragedia, ma di fatto era impossibile trasportare le mediocri e meschine vicende dei personaggi della vicenda nel più sublime ed elevato dei generi della tradizione.

La decadenza e lo sfacelo della borghesia italiana, durante il regime fascista, viene rappresentato senza un intenzionale presupposto di critica (come dirà Moravia anni dopo) ma evidentemente ciò era congeniale al suo spirito; di fatto però ci troviamo di fronte al primo romanzo esistenzialista, che partecipa al nascente clima esistenzialista europeo in una vicenda concreta e radicata in un contesto storico reale ed attuale. Il secondo romanzo, “le ambizioni sbagliate”, un misto di giallo poliziesco e romanzo introspettivo alla Dostojevski avrà meno fortuna. Dal 1930 iniziò a collaborare con La Stampa, allora diretta da Curzio Malaparte e nel 1933 fondò, insieme a Mario Pannunzio, la rivista “Caratteri”, che vedrà la luce per soli quattro numeri, e la rivista Oggi. Sempre nel 1933 iniziò a collaborare con la Gazzetta del Popolo, ma il regime fascista avversò la sua opera vietandone le recensioni a Le ambizioni sbagliate, sequestrando La mascherata e vietando la pubblicazione di Agostino.

Nel 1935 si reca in America dove, invitato da Prezzolini, allora direttore della Casa Italiana della Columbia University di New York, tenne alcune conferenze sul romanzo italiano. Ritornato in Italia scrisse un libro di racconti lunghi intitolato L’imbroglio che verrà pubblicato da Bompiani nel 1937. Per evitare la censura del regime Moravia scriverà negli anni del fascismo racconti allegorici e surrealistici, tra i quali I sogni del pigro pubblicato nel 1940 e nel 1941 il romanzo La mascherata che però verrà sequestrato in occasione della seconda edizione. Da questo momento sarà costretto a pubblicare i suoi articoli sui giornali e sulle riviste sotto pseudonimo. La mascherata è una violenta satira che prende di mira il regime fascista indirettamente parlando di una inventata dittatura sudamericana Nel 1941 si unì in matrimonio con la scrittrice Elsa Morante che aveva conosciuto nel 1936 e con lei visse per un lungo periodo a Capri dove scriverà il romanzo Agostino.

Dopo gli avvenimenti dell’8 settembre del 1943 si rifugiò con la moglie a Fondi, in Ciociaria e da questa esperienza nascerà il romanzo La ciociara. Nel 1944 saranno pubblicati i racconti de L’epidemia e il saggio La Speranza, ovvero Cristianesimo e Comunismo. Con l’annuncio della Liberazione lo scrittore ritornerà a Roma e riprenderà la sua attività letteraria e giornalistica collaborando con Corrado Alvaro a “Il Popolo di Roma”, a “Il Mondo”, all'”Europeo” e soprattutto al “Corriere della Sera” dove sarà presente fino alla morte con i suoi réportages, le sue riflessioni critiche e i suoi racconti. Gli anni che seguono il dopoguerra vedranno aumentare la fortuna letteraria e cinematografica dello scrittore che pubblicò La romana (1947), i racconti La disubbidienza (1948), L’amore coniugale e altri racconti (1949) e il romanzo Il conformista (1951). Nel 1952 gli venne assegnato il premio Strega per I racconti e iniziano le traduzioni dei suoi romanzi all’estero e i film tratti dai suoi racconti e romanzi. Sarà del 1952 La provinciale con la regia di Mario Soldati, La romana del 1954 con la regia di Luigi Zampa, del 1955 Racconti romani di Gianni Franciolini.

Nel 1954, in seguito alla pubblicazione dell’opera I racconti romani, gli sarà assegnato il premio Marzotto. Scriverà intanto il romanzo Il disprezzo e sulla rivista “Nuovi Argomenti” il saggio L’uomo come fine. Scrisse inoltre alcune importanti prefazioni, come quella ai Cento sonetti del Belli, al Paolo il caldo di Brancati e a Passeggiate romane di Stendhal. Nel 1957 iniziò a collaborare all’Espresso tenendo una accurata rubrica di critica cinematografica, le cui recensioni verranno pubblicate nel 1975 in un volume intitolato Al cinema. Nel 1960 con la pubblicazione La noia gli verrà assegnato il premio Viareggio e nel 1960 Vittorio De Sica realizzerà il film tratto dall’omonimo libro La ciociara. Separatosi da Elsa Morante nel 1962 andò a vivere con la giovane scrittrice Dacia Maraini. Verrà intanto realizzato il film diretto da Mauro Bolognini Agostino e la perdita dell’innocenza nel 1962 e nel 1963 Il disprezzo dal regista Jean-Luc Godard, La noia (film) con la regia di Damiano Damiani a cui seguiranno nel 1964 Gli indifferenti di Francesco Maselli. Moravia, nel frattempo, si occupò sempre più di teatro e a partire dal 1966 fondò con Dacia Maraini ed Enzo Siciliano una compagnia teatrale che porta il nome “del Porcospino”. Con essa verrà rappresentata L’intervista di Moravia, La famiglia normale della Maraini, Tazza di Enzo Siciliano e alcune opere di Carlo Emilio Gadda, Goffredo Parise a altri autori. Purtroppo, a causa della mancanza di fondi, la compagnia dovrà essere chiusa. Nel 1967 si recò in Cina, in Giappone e in Corea, insieme alla compagna Maraini, come corrispondente, ed i suoi articoli verranno raccolti nel 1968 in un volume intitolato La rivoluzione culturale in Cina.

Nel 1971 verrà pubblicato il romanzo Io e lui e il saggio Poesia e romanzo e nel 1972 lo scrittore compierà un viaggio in Africa dal quale nascerà l’ispirazione per l’opera A quale tribù appartieni? che uscirà nello stesso anno. Nel 1973 raccoglie in un libro alcuni dei racconti apparsi precedentemente sul “Corriere della Sera”, pubblicazione, questa, seguita nel 1976 da un’altra raccolta. Uscirà, intanto, nel 1978 il romanzo al quale aveva lavorato per molti anni, La vita interiore. Negli anni seguenti Moravia continuò a scrivere e a pubblicare racconti e saggi e a collaborare attivamente con “Il Corriere della Sera” Il viaggio compiuto nel 1982 in Giappone e la sosta a Hiroshima gli faranno scrivere tre inchieste, che pubblicherà per l'”Espresso”, sulla bomba atomica, tema che sarà poi al centro del romanzo L’uomo che guarda del 1985, ma soprattutto del particolare saggio L’inverno Nucleare strutturato lungo interviste che l’autore pone a studiosi scientifici e politici del tempo, dalle cui pagine traspaiono anche la precarietà e l’aridità umana che il periodo successivo alla bomba atomica inevitabilmente ha lasciato.

La seguente raccolta di racconti dal titolo La cosa, sarà dedicata dallo scrittore alla sua nuova compagna Carmen Llera con la quale si unirà in matrimonio nel 1986 e che susciterà un certo scandalo per il fatto che la donna aveva quarantacinque anni meno di Moravia. Nel 1984 verrà eletto deputato europeo nelle liste del PCI, ruolo che coprirà per 4 anni. Nel 1985 gli viene conferito il titolo di “personalità europea”. Da Strasburgo dove si recò come inviato del “Corriere della Sera” lo scrittore inizierà nel 1984 la corrispondenza Il Diario europeo e nel 1986 verrà pubblicato un volume dal titolo L’angelo nucleare e altri scritti teatrali curato da Renzo Paris e il primo volume delle Opere (1927-1947) curato da Geno Pampaloni. Nel 1989 uscirà, a cura di Enzo Siciliano, il secondo volume delle Opere (1948-1968). Nel settembre 1990 Moravia viene trovato morto nel bagno del suo appartamento in Lungotevere della Vittoria, sempre a Roma. Nello stesso anno uscirà la sua autobiografia scritta insieme ad Alain Elkann ed edita da Bompiani Vita di Moravia.