Catilina rivolge ai congiurati un discorso di esortazione

Catilina, ubi socios coniurationis convenerant, tametsi cum singulis multa saepe egerat, tamen cum mallet universos appellare et vellet eos incitare, in abditam partem aedium secedit atque ibi, omnibus arbitris procul amotis, orationem habuit: “Quia multis et magnis tempestatibus vos cognovi fortissimos idelissimosque mihi, animus meus voluit maximum atque pulcherrimum facinus incipere, simul quia vobis eadem quae a me bona malaque intellexi; nam idem velle atque idem nolle, ea irma amicitia est. Postquam res publica in paucorum potentium ius atque dicionem concessit, semper omnis gratia, potentia, honos, divitiae apud illos sunt aut ubi (“dove”) illi volunt. Vitam agere per virtutem quam vitam miseram atque inhonestam per dedecus amittere non maletis? Victoria in manu nobis est, viget aetas, animus valet et vult; contra illis annis atque divitiis omnia consenuerunt. Illis divitiae supersunt, nobis res familiaris etiam ad necessaria deest: homo, cui virile ingenium est, id tolerare non potest. Nunc illa, illa quam saepe voluistis libertas, praeterea divitiae, decus, gloria in oculis vestris sita sunt; fortuna omnia ea victoribus praemia posuit. Vel imperatorem vel militem me adhibete ut voletis: neque animus neque corpus a vobis aberit. Haec ipsa, ut spero, vobiscum consul agam, nisi (“a meno che”) forte me animus fallit et vos servire magis quam imperare mavultis.”

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.279 n.33 – Sallustio

Catilina, qualora si riunirono i partecipanti alla complotto, benché avesse realizzato per mezzo di ciascuno di loro molti fatti, preferendo ciononostante convocarli tutti e volendo incitarli, si ritirò in una parte celata dell’edificio e lì, allontanati tutti gli estranei, tenne un discorso: “Poiché in molte ed importanti occasioni vi ho conosciuti come fortissimi ed a me fedelissimi, il mio animo ha voluto dare inizio ad una enorme e bellissima impresa, anche perché ho compreso che anche per voi sono buone o cattive le cose come lo sono per me; infatti volere e non volere le stesse cose indica una salda amicizia. Dopo che lo stato è caduto sotto il comando e la brutalità di pochi potenti, sempre ogni grazia, potenza, onore, ricchezze si possono trovare presso di loro o dove essi vogliono. Non preferirete condurre una vita tramite la virtù o piuttosto perdere una vita povera e vergognosa attraverso il disonore? La vittoria è nelle nostre mani, è salda nell ‘età, l’animo è saldo e vuole; a loro al contrario per mezzo di gli anni e le ricchezze tutto si è indebolito. A loro avanzano le ricchezze, a noi manca il patrimonio anche per il necessario: un uomo, che possiede un’intelligenza forte, non può sostenere ciò. Ora codesta, codesta libertà che avete sempre voluto, oltre a ricchezze, decoro, gloria sono riposti nei vostri occhi; la sorte ha offerto tutti quei premi ai vincitori. Usatemi come volete, come capo o come soldato semplice: né l’animo né il corpo saranno lontani da voi. Tali stesse cose, come spero, farò per mezzo di voi come console, a meno che per caso mi manchi il coraggio e preferiate che vi obbedisca/serva piuttosto che comandarvi”.