Elio Pagliarani

Trasferitosi a Milano alla fine degli anni Quaranta, è poi approdato negli anni Sessanta a Roma.

Collaboratore delle più importanti riviste del secondo Novecento, come “Officina”, “Il Verri”, “Nuovi Argomenti”, “il Menabò”, “Quindici”, è stato direttore di “Periodo Ipotetico” e ha fatto parte della redazione di “Nuova Corrente”. Redattore dell'”Avanti” negli anni Cinquanta, è stato critico teatrale per “Paese Sera”, a partire dal 1968.

Presente nell’antologia dei Novissimi, ha fatto parte della nuova avanguardia del Gruppo ’63. È stato tra i fondatori della Cooperativa Scrittori.

Le sue prime raccolte di poesia sono state Cronache e altre poesie, Milano, Schwarz, 1954 e Inventario privato, Veronelli, Milano, 1959.
Già in pieno clima sperimentale è il poemetto La ragazza Carla, uscito sul “Menabò” n. 2 (1960) e poi nel volume La ragazza Carla e altre poesie, Milano, Mondadori, 1962 (insieme a buona parte della produzione precedente).
Negli anni Sessanta, l’autore pubblica Lezione di fisica, Milano, Scheiwiller, 1964, poi inserito in Lezione di fisica e Fecaloro, Milano, Feltrinelli, 1968. Già in quest’epoca comincia la stesura de La ballata di Rudi, vero work-in-progress, di cui una parte verrà pubblicata con il titolo Rosso corpo lingua oro pope-papa scienza. Doppio trittico di Nandi, con un saggio di Gabriella Sica, Roma, Cooperativa Scrittori, 1977; la edizione complessiva si avrà soltanto alla metà degli anni Novanta (La ballata di Rudi, Venezia, Marsilio, 1995).

Alla tecnica del montaggio si rifanno i volumetti Esercizi platonici, Palermo, Acquario, 1985 e Epigrammi ferraresi, introduzione di Romano Luperini, Lecce, Manni, 1987. L’ultima produzione comprende anche La bella addormentata, Milano, Corpo 10, 1988.

Ricordiamo le edizioni complessive:

  • La ragazza Carla e nuove poesie, a cura di Alberto Asor Rosa, Milano, Mondadori, 1978;
  • Poesie da recita. La ragazza Carla, Lezione di fisica e Fecaloro, dalla Ballata di Rudi, a cura di Alessandra Briganti, Roma, Bulzoni, 1985;
  • Poesie d’amore e disamore, a cura di Plinio Perilli, Roma, Mancosu, 1994 (contiene le prime due raccolte);
  • La pietà oggettiva. (Poesie1947-1997), a cura di Plinio Perilli, Roma, Fondazione Piazzolla, 1997;
  • Romanzi in versi (La ragazza Carla, La ballata di Rudi), Milano, Mondadori, 1997.

L’autore, inoltre, ha scritto per il teatro: Pelle d’asino (in collaborazione con Alfredo Giuliani), Milano, Scheiwiller, 1964.

I suoi scritti sul teatro sono raccolti in Il fiato dello spettatore, Padova, Marsilio, 1972.

Ha curato le antologie:

  • I maestri del racconto italiano (in collaborazione con Walter Pedullà), Milano, Rizzoli, 1964;
  • Manuale della poesia sperimentale (in collaborazione con Guido Guglielmi), Milano, Mondadori, 1966.

Nella vasta critica a lui dedicata, c’è la monografia di Gabriella Di Paola, La ragazza Carla: linguaggio e figure, Roma, Bulzoni, 1984.

La poesia di Pagliarani si è mossa molto presto secondo una tendenziosità che immetteva nella poesia contenuti prosaici e politici, tradizionalmente esclusi (i temi del lavoro, dell’economia, della vita quotidiana delle classi subalterne), configurando il testo come racconto nel poemetto narrativo, con andamento polifonico e corale che si fa sempre più, con il procedere del tempo, discontinuo e frammentario. In questo quadro, una particolare rilevanza assumeva la sperimentazione metrica del verso lungo, in cui si esercitava l’onda ritmica, anche attraverso il tipico strumento del verso “a scaletta” (ripreso da Majakovskij). La poesia, in tal modo, funge da analisi e straniamento del vissuto, assumendo però, nella propria costruzione, la spinta di una dirompente e inesauribile vitalità.