Il ratto delle Sabine

Nusquam benigne legatio audita est: adeo finitimis nova urbs spernenda videbatur. Plerique autem rogitaverunt cur Romanis nondum visum esset asylum feminis aperire. Aegre id Romana pubes passa est, sed Romulus aegritudinem animi dissimulans, ludos ex industria parat. Indici deinde finitimis spectaculum iubet. Multi homines convenerunt, studio etiam videndae novae urbis, maxime ex proximis civitatibus; iam Sabinorum omnis multitudo cum liberis ac coniugibus venit. Invitati hospitaliter per domos, cum situm moeniaque vidissent, mirantur tam brevi rem Romanam crevisse. Ubi spectaculi tempus venit deditaeque eo mentes cum oculis erant, tum signo dato iuventus Romana ad rapiendas virgines discurrit.

Livio

In nessun luogo l’ambasceria fu ascoltata benevolmente: a tal punto ai popoli confinanti la nuova città sembrava da disprezzare. Molti chiesero con insistenza perché ai Romani non era ancora parso di aprire un asilo per le donne. La gioventù Romana sopportò ciò di malanimo, ma Romolo, dissimulando lo sconforto, organizzò di proposito dei giochi. Ordinò poi che lo spettacolo fossero reso noto ai popoli confinanti. Giunsero molte persone, anche per il desiderio di vedere la nuova città, soprattutto dalle città più vicine; infine giunse tutta la moltitudine dei Sabini con figli e mogli. Invitati ospitalmente per le case, dopo che ebbero visto il luogo e le mura, si meravigliarono che la realtà Romana fosse cresciuta in così poco tempo. Quando giunse il momento dello spettacolo e le menti con gli occhi erano concentrate su di esso, allora, dato il segnale, la gioventù Romana corse qua e là a rapire le fanciulle.