La bellezza non è sempre utile!

Saepe utilia contemnimus et non utilia laudamus. Olim cervus multo die ad fontem sitiens accessit ibique restitit, quia in liquore effigiem suam vidit. Dum ramosa cornua laudat crurumque nimiam tenuitatem vituperat, venatorum voces audiens, propter metum per campum fugere coepit (“iniziò a”, + inf.) et cursu levi canes elusit. Silva tum cervum excepit; sed arborum rami magna cornua retinebant et cervi cursum impediebant: sic miser cervus lacerari coepit morsibus saevis canum. Tum, iam sine ulla salutis spe, dixit: «Nunc demum stultitiam meam intellego: despexi mea crura, sed ea valde utilia fuerunt; laudavi, vero, mea cornua, sed ea pernicies mea sunt!».

Fedro

Spesso disprezziamo le cose utili e lodiamo quelle inutili. Un giorno un cervo assetato a giorno inoltrato si avvicinò ad una sorgente e lì si fermò, poiché nell’acqua vide il suo riflesso. Mentre lodava le corna ramificate e criticava l’eccessiva gracilità delle zampe, sentendo improvvisamente le voci dei cacciatori, per la paura cominciò a fuggire per il campo e schivò i cani con una rapida corsa. Il bosco allora accolse il cervo; ma i rami degli alberi trattenevano le grandi corna e impedivano la corsa del cervo: così lo sventurato cervo cominciò ad essere dilaniato dai morsi crudeli dei cani. Allora, ormai senza alcuna speranza di salvezza, disse: «Ora finalmente capisco la mia stupidità: ho disprezzato le mie zampe, ma esse furono molto utili; ho lodato, invece, le mie corna, ma esse sono la mia rovina!».