Nerone dà spettacolo

Equorum studio vel praecipue ab ineunte aetate flagravit plurimusque illi sermo, quamquam vetaretur, de circensibus erat. Quondam tractum prasini agitatorem inter condiscipulos querens, obiurgante paedagogo, de Hectore se loqui ementitus est. Sed cum inter initia imperii eburneis quadrigis cotidie in abaco luderet, ad omnes etiam minimos circenses e secessu commeabat, primo clam, deinde propalam. Neque dissimulabat velle se palmarum numerum ampliari; quare spectaculum, multiplicatis missibus, in serum protrahebatur. Mox et ipse aurigare atque etiam spectari saepius voluit et universorum se oculis in Circo Maximo praebuit.

Svetonio

Dall’inizio dell’adolescenza bruciò di passione soprattutto per i cavalli e la maggior parte dei suoi discorsi, sebbene gli fosse vietato, verteva sui giochi del circo. Una volta lamentandosi in mezzo ai condiscepoli che un auriga dei Verdi fosse stato trascinato via, poiché il maestro lo rimproverava, disse mentendo che parlava di Ettore. Inoltre, mentre nei primi tempi del suo impero si divertiva ogni giorno sul tavolo da gioco con quadrighe d’avorio, dal suo luogo appartato andava spesso a tutti gli spettacoli del circo anche ai più piccoli, dapprima di nascosto, poi apertamente. E non nascondeva di volere che venisse aumentato il numero dei premi; perciò, accresciute le gare, lo spettacolo si protraeva fino a tarda ora. Ben presto volle anche lui guidare personalmente un cocchio e anche mettersi alla prova più spesso e si offrì agli occhi di tutti nel Circo Massimo.