Passata è la tempesta…

Magna tempestas iam diu imminebat et tandem magno vigore erumpit. Nubes atrae undique cum turbine colliguntur, imbres magni decidunt et detrimentum agris praebent: nam amnes subito augescunt et per valles erumpunt, pecora et arbores rapiunt volvuntque. Nec in terris tantum procella erat: nam aequora quoque turbabantur. Agricolae formidulosum spectaculum conspiciebant navesque videbant quae (“che” nom.) ventis iactabantur et miserorum nautarum misericordia movebantur. Tandem, media fere nocte, validi venti nubes fugabant et luna denuo in caelo lucebat.

Una violenta tempesta incombeva già da lungo tempo e alla fine scoppia con grande vigore. Nuvole scure si riuniscono da ogni parte con un turbine, cadono abbondanti piogge e causano danno ai campi: infatti i fiumi si ingrossano di colpo ed esondano per le valli, travolgono e trascinano via greggi e alberi. E la tempesta non era soltanto sulla terra: infatti anche le distese del mare erano agitate. I contadini osservavano lo spaventoso spettacolo e vedevano le imbarcazioni che erano gettate qua e là dai venti ed erano mossi a compaggione per gli sventurati marinai. Alla fine, a mezzanotte circa, forti venti spazzavano via le nuvole e in cielo risplendeva di nuovo la luna.