Un processo da rinviare a causa di un brutto sogno

C. PLINIUS TRANQUILLO SUO S.
Scribis te perterritum somnio vereri ne quid adversi in actione patiaris; rogas ut dilationem petam, et pauculos dies, certe proximum, excusem. Difficile est, sed experiar. Refert tamen, eventura soleas an contraria somniare. Mihi reputanti somnium meum istud, quod times tu, egregiam actionem portendere videtur. Susceperam causam Iuni Pastoris, cum mihi quiescenti visa est socrus mea advoluta genibus ne agerem obsecrare; et eram acturus adulescentulus adhuc, eram in quadruplici iudicio, eram contra potentissimos civitatis atque etiam Caesaris amicos, quae singula excutere mentem mihi post tam triste somnium poterant. Egi tamen: prospere cessit, atque adeo illa actio mihi aures hominum, illa ianuam famae patefecit. Proinde dispice an tu quoque sub hoc exemplo somnium istud in bonum vertas; aut si tutius putas illud cautissimi cuiusque praeceptum «Quod dubites, ne feceris», id ipsum rescribe. Ego aliquam stropham inveniam agamque causam tuam, ut istam agere tu cum voles possis. Est enim sane alia ratio tua, alia mea fuit. Nam iudicium centumvirale differri nullo modo, istuc aegre quidem sed tamen potest. Vale.

GAIO PLINIO SALUTA IL SUO SVETONIO TRANQUILLO
Scrivi che tu, spaventato da un sogno, temi che subirai qualcosa di avverso nel processo; preghi che io chieda un rinvio, e ti scusi, per non per pochissimi giorni, almeno per domani. È difficile, ma proverò. Tuttavia importa se sei solito sognare cose destinate ad accadere o no. A me, quando ripenso ad un mio sogno, questo che tu temi sembra presagire un egregio processo. Avevo assunto la difesa di Giunio Pastore, quando a me, mentre dormivo, sembrò che mia suocera, gettatasi alle (mie) ginocchia, mi supplicava di non intentare il processo; avevo intenzione di intentare un processo ancora giovinetto, in quattro tribunali, contro i più potenti della città e anche contro gli amici di Cesare (= Domiziano); queste singole cose avrebbero potuto agitarmi la mente dopo un sogno tanto infausto. Tuttavia intentai il processo: infatti la parola data mi sembrava la patria, e se c’è qualcosa più caro della patria. Riuscì felicemente, e a tal punto quel processo mi aprì le orecchie degli uomini, (a tal punto mi aprì) la porta della gloria. Guarda dunque se anche tu con questo esempio puoi volgere in bene questo sogno; o rispondimi per iscritto se reputi più sicuro quel precetto di ogni uomo assai prudente: «Non fare ciò di cui sei incerto». Io escogiterò qualche astuzia e tratterò la tua causa, affinché tu possa trattare questa quando vuoi. Infatti la tua condizione è certamente una, la mia fu un’altra. Infatti in nessun modo il giudizio dei centumviri può essere differito, questo a stento, ma tuttavia può. Addio.