I Feziali

Fetialis regem Tullum ita rogavit: «Iubesne me, rex, cum patre patrato populi Albani foedus ferire?». Iubente rege, «Sagmina», inquit «te, rex, posco». Rex ait: «Puram herbam tollito». Verbenarius ex arce herbam puram attulit. Postea regem ita rogavit: «Rex, facisne me tu regium nuntium populi Romani Quiritium?» Rex respondit: «Quod sine fraude mea populique Romani Quiritium fiat, facio». Fetialis erat M. Valerius; is patrem patratum Sp. Fusium fecit, verbena caput capillosque tangens. Pater patratus creatur ad ius iurandum patrandum, id est sanciendum foedus, multisque verbis id peragit. Legibus deinde recitatis: «Audi» inquit «Iuppiter, audi, pater patrate populi Albani, audi tu, populus Albanus: ut illa palam prima postrema ex illis tabulis cerave recitata sunt sine dolo malo, utique ea hic hodie rectissime intellecta sunt, illis legibus populus Romanus prior non deficiet. Si prior defecerit, publico consilio dolo malo, tum illo die, Iuppiter, populum Romanum sic ferito, ut ego hunc porcum hic hodie feriam; tantoque magis ferito, quanto magis potes pollesque». Id ubi dixit, porcum saxo silice percussit. Sua item carmina Albani suumque ius iurandum per suum dictatorem suosque sacerdotes peragerunt.

Livio

Il Feziale chiese così al re Tullio: «Comandi, o re, che io stringa un patto con il padre sancitore del popolo Albano?». Poiché il re lo ordinava, disse: «Ti chiedo, o re, l’erba consacrata». Il re disse: «Prendi dell’erba pura». Il sacerdote incaricato portò dalla rocca dell’erba pura. Poi chiese così al re: «O re, mi nomini regio messaggero del popolo Romano dei Quiriti?». Il re rispose: «Ti nomino, purché ciò avvenga senza danno mio e del popolo Romano dei Quiriti». Il Feziale era Marco Valerio; egli nominò padre sancitore Spurio Fusio, toccandogli la testa e i capelli con un ramoscello sacro. Il padre sancitore è nominato per eseguire il giuramento, cioè per sancire il patto, ed esegue ciò con molte parole. Poi, dopo aver pronunciato ad alta voce le clausole, disse: «Ascolta, Giove, ascolta, padre sancitore del popolo Albano, ascolta tu, popolo Albano: come è vero che quelle (clausole) sono state pronunciate ad alta voce dalla prima all’ultima da quelle tavolette e della cera senza un subdolo inganno, e come è vero che queste cose sono state qui oggi comprese perfettamente, il popolo Romano per primo non verrà meno a quelle clausole. Se per primo verrà meno, per decisione pubblica o per un subdolo inganno, allora quel giorno, o Giove, colpisci il popolo Romano così come io qui oggi colpisco questo maiale; e colpiscilo tanto più, quanto più puoi e sei potente». Quando disse ciò, colpì il maiale con una selce. Allo stesso modo gli Albani, tramite il loro dittatore e i loro sacerdoti, pronunciarono le loro formule rituali e il loro giuramento.