Alessandro e l’asinaio astuto

Alexander, Macedonum rex, sorte monitus erat ut eum, qui sibi porta egresso primus occurrisset, interficeret. Ita Alexander asinarium, qui forte ante omnes ei obviam ierat, ad mortem ferri imperavit, eique quaerenti cur se immerentem capitali supplicio addiceret, rex ad excusandum factum suum oraculi praeceptum rettulit. Tum asinarius: «Si ita est – inquit – rex, sors huic morti alium destinavit: nam asellus, quem ego ante agebam, prior tibi occurrit». Delectatus est Alexander et illius tam callido dicto et quod ab errore ipse revocatus erat, occasionemque expiandae religionis in aliquanto viliore animali cepit.

Valerio Massimo

Alessandro, re dei Macedoni, era stato esortato da un oracolo ad uccidere colui che, una volta che lui fosse uscito dalla porta, gli si fosse recato incontro per primo. Così Alessandro ordinò di condurre a morte un asinaio, che per caso gli era andato incontro prima di tutti, e a costui, che chiedeva perché lo condannasse innocente alla pena capitale, il re, per giustificare la sua azione, riferì il precetto dell’oracolo. Allora l’asinaio disse: “Se è così, o re, la sorte ha destinato un altro a questa morte: infatti l’asinello, che io conducevo davanti (a me), per primo si è recato verso di te”. Alessandro si compiacque sia per le sue parole così abili sia perché era stato trattenuto da un errore, e colse l’occasione di soddisfare la prescrizione religiosa sull’alquanto più vile animale.