Annibale rimprovera i suoi soldati

Ante pugnam Hannibal gravibus probris milites suos increpabat dicens se arma signaque eadem noscere, quae ad Trebiam Trasumennumque, postremo ad Cannas viderat. “Sed milites animosos et firmos profecto (avv.) in hiberna Capuam duxi, alios inde eduxi. Uniusne legionis vix toleratis pugnam vos, quos binae acies consulares numquam sustinuerunt? Marcellus cum Nolanis subsidiis nos iam iterum lacessit? Ubi sunt illi milites mei, qui ad Trasumenum, erepto ex equo C. Flaminio, consuli caput abstulerunt? Ubi qui L. Paulum ad Cannas occiderunt? Ferrum nunc hebet? An dextrae torpent? An quod prodigium est aliud? Vos qui pauci plures vincere solebatis, nunc paucis plures vix restatis? Vos qui fortes lingua Romam expugnaturos (esse) iactabatis, nunc hic vim virtutemque vestram ostendite. Expugnate Nolam, campestrem urbem, non flumine, non mari saeptam”.

Livio

Prima della battaglia Annibale con pesanti improperi rimproverava i suoi soldati dicendo che egli conosceva le medesime armi e insegne che aveva visto presso il Trebbia e il Trasimeno, infine presso Canne. «Ma senza dubbio ho condotto a Capua nei quartieri invernali soldati coraggiosi e determinati, altri ne ho condotti fuori da lì. Sopportate a stento la battaglia di una sola legione voi, che due eserciti consolari non hanno mai sostenuto? Marcello ci provoca di nuovo con i rinforzi nolani? Dove sono quei miei soldati, che presso il Trasimeno tagliarono la testa al console Gaio Flaminio dopo averlo tirato giù dal cavallo? Dove (sono) quelli che uccisero Lucio Paolo presso Canne? Ora il ferro è smussato? O le (mani) destre sono intorpidite? O c’è qualche altro prodigio? Voi, che pochi eravate soliti vincere molti, ora molti resistete appena a pochi? Voi che, coraggiosi a parole, vi vantavate che avreste espugnato Roma, dimostrate qui, adesso, la vostra forza e il vostro valore. Espugnate Nola, città campestre, cinta né da un fiume, né dal mare».