Ara Pacis Augustae

Ex senatus auctoritate pars praetorum et tribunorum plebis cum consule Q. Lucretio et principibus viris obviam mihi missa est in Campaniam, qui honos ad hoc tempus nemini («a nessuno», dat. di nemo) praeter me est decretus. Cum ex Hispania Galliaque, rebus in iis provinciis prospere gestis, Romam redii (perf. da redeo), Ti. Nerone P. Quintilio consulibus, aram Pacis Augustae senatus pro reditu meo consacrandam («dovesse esser consacrata») censuit ad campum Martium, in qua magistratus et sacerdotes virginesque Vestales anniversarium sacrificium facere iussit.

Per decisione del senato una parte dei pretori e dei tribuni della plebe con il console Quinto Lucrezio e con gli uomini più importanti mi fu mandata incontro in Campania, e questo onore fino a questo momento non è stato decretato a nessuno tranne che a me. Quando ritornai a Roma dalla Spagna e dalla Gallia, dopo aver portato a termine con successo le imprese in quelle province, durante il consolato di Tiberio Nerone e Publio Quintilio, il senato ritenne che per il mio ritorno dovesse essere consacrato l’altare della Pace di Augusto vicino al campo Marzio, sul quale ordinò che i magistrati, i sacerdoti e le vergini Vestali facessero un sacrificio annuale.