Bocco è convinto da Silla a far pace con i Romani

Rex Bocche, magna laetitia nobis est, cum te talem virum di monuere, uti aliquando pacem quam bellum malles neu te optimum cum pessimo omnium Iugurtha miscendo commaculares, simul nobis demeres acerbam necessitudinem, pariter te errantem atque illum sceleratissimum persequi. Ad hoc populo Romano iam a principio imperi melius visum amicos quam seruos quaerere, tutiusque rati volentibus quam coactis imperitare. Tibi vero nulla opportunior nostra amicitia, primum quia procul absumus, in quo offensae minimum, gratia par ac si prope adessemus; dein quia parentis abunde habemus, amicorum neque nobis neque cuiquam omnium satis fuit. Atque hoc utinam a principio tibi placuisset: profecto ex populo Romano ad hoc tempus multo plura bona accepisses, quam mala perpessus es[ses]. Sed quoniam humanarum rerum fortuna atque, uti coepisti, perge. licet placuit et vim et gratiam nostram te experiri, nunc, quando per illam licet, festina atque, uti coepisti, perge. multa atque opportuna habes, quo facilius errata officiis superes.

Re Bocco, è per noi una grande gioia constatare che gli dèi hanno persuaso un uomo del tuo valore a preferire finalmente la pace alla guerra impedendo che l’eccelsa persona che tu sei fosse infangata dal contatto con Giugurta, il peggiore degli individui. Ciò ci esime dalla triste necessità di punire allo stesso modo te che hai commesso un errore e lui che si è coperto di delitti. Aggiungi che il popolo romano, fin dalle sue modeste origini, ha sempre preferito procurarsi amici piuttosto che schiavi, ritenendo più sicuro governare con il consenso che con la forza. Per te, del resto, nessuna amicizia è più vantaggiosa della nostra, prima di tutto perché la lontananza riduce al minimo le occasioni di offesa e ti assicura il nostro favore come se fossimo vicini, e poi anche perché di sudditi ne abbiamo anche troppi, di amici né noi né alcun altro ne ha abbastanza. Magari tu avessi pensato così fin da principio! Avresti certo avuto dal popolo romano più benefici di quanti danni hai dovuto subire. La fortuna, che governa gran parte degli avvenimenti umani e che ha voluto farti provare sia la nostra forza che il nostro favore, ti offre ora un’occasione: non perdere tempo, dunque, e continua come hai cominciato. Tu hai molte opportunità che ti rendono agevole riscattare con i tuoi servigi gli errori commessi.