C. Giulio Cesare

Annum agens sextum decimum Caser patrem amisit; sequentibusque consulibus Corneliam, Cinnae quater consulis filiam, duxit uxorem, ex qua illi mox Iulia nata est. Stipendia prima in Asia fecit; postea in expugnatione Mytilenarum corona civica exornatus est. Cornelium Dolabellam, consularem virum, de repetundis postulavit; cumque absolutus esset Dolabella, Rhodum secedere statuit, ut Apollonio Moloni, clarissimo tunc dicendi magistro, operam daret. In Corneliae autem locum Pompeiam duxit uxorem, Quinti Pompei filiam, L. Sullae neptem. Quaesturam in ulteriore Hispania inivit, cum Gades venisset, animadversa apud Herculis templum Magni Alexandri imagine, doluit ignaviam suam: nam eum pudebat nihil magni adhuc egisse. Quare missionem efflagitavit, ad captandas maiorum rerum occasiones in urbe.

Svetonio

Quando aveva 15 anni Cesare perse il padre; nei seguenti consolati prese in moglie Cornelia, figlia di Cinna console per quattro volte, dalla quale lì nacque presto Giulia. Sostenne prima il servizio militare in Asia; dopo la battaglia di Mitilena gli fu conferita la corona civica. Accusò di concussione Cornelio Dolabella, uomo consolare; e quando Dolabella fu assolto, decise di ritirarsi a Rodi per lavorare presso Apollonio Moloni, allora grandissimo maestro del dire. Presto prese in moglie Pompea invece di Cornelia, figlia di Quinto Pompeo, nipote di Silla. Entrò nella questura nella Spagna Ulteriore; essendo giunto a Gade, notata l’immagine di Alessandro Magno presso il tempio di Ercole, si dolette della sua ignavia: infatti non aveva ancora fatto qualcosa di grande. Perciò chiese con insistenza una missione per cercare di ottenere gli incarichi più importanti della città.