Cesare, Cleopatra e Cesarione

Caesar multas reginas dilexit, inter quas Eunoen Mauram, Bogudis uxorem, cui maritoque eius plurima et immensa tribuit; sed maxime Cleopatram, cum qua et convivia in primam lucem saepe protraxit et eadem nave thalamego paene Aethiopia tenus Aegyptum penetravisset, nisi exercitus sequi recusavisset. Quam denique, accitam in urbem et maximis honoribus praemiisque auctam, in Aegyptum remisit filiumque natum appellare nomine suo passus est. Quem quidem nonnulli Graecorum similem quoque Caesari et forma et incessu tradiderunt. Sed Caius Oppius librum edidit in quo scripsit non esse Caesaris filium, quem Cleopatra dicat. Helvius Cinna tribunus plebis plerisque confessus est habuisse se scriptam paratamque a Caesare legem, ut ducere liceret quas et quot uxores vellet liberorum quaerendorum causa.

Svetonio

Cesare amò numerose regine, tra cui Eunoe di Mauritania, moglie di Bogude, a costei e a suo marito donò moltissime e immense cose; ma soprattutto amò Cleopatra, con la quale sovente prolungò i banchetti fino all’alba e avrebbe attraversato con una nave fornita di camera da letto l’Egitto sin quasi all’Etiopia, se l’esercito non si fosse rifiutato di seguirlo. Poi la fece venire a Roma e la colmò dei più grandi onori e regali, e la rimandò in Egitto e le permise di chiamare col suo nome il figlio (da loro) generato. Per certo alcuni Greci hanno tramandato che egli era anche somigliante a Cesare sia nell’aspetto che nel modo di camminare. Ma Gaio Oppio pubblicò un libro in cui scrisse che non era figlio di Cesare quello che Cleopatra indica (come tale). Il tribuno della plebe Elvio Cinna confessò a molti di aver scritto e preparato una legge da parte di Cesare, affinché gli fosse permesso sposare qualsiasi donna e quante ne volesse per procurarsi dei figli.