Esemplare pazienza di Filippo il Macedone

Magna fuit in Philippo, Macedonum rege, contumeliarum patientia, ingens instrumentum ad regni tutelam ac magnis laudibus dignum. Demochares Atheniensis olim ad eum inter alios Atheniensium legatos venêrat. Audita benigne legatione, Philippus: «Dicite – inquit – quid possim facere quod sit Atheniensibus gratum». Cui Demochares: «Te – inquit – suspendere!». Indignatio circumstantium ad tam inhumanum responsum exorta est. Quos Philippus conticescere iussit et protervum hominem salvum et incolumem dimisit. «At vos, – inquit – ceteri legati, nuntiate Atheniensibus multo superbiores esse eos qui ista dicunt quam qui impune dicta audiunt».
Alias, cum apud Philippum regem vini causa dormitantem dixisset causam mulier quaedam et fuisset immerito damnata, ipsa exclamavit se ab eius iudicio provocare. «Ad quem ergo?» inquit rex iratus. Tum illa: «A Philippo bene poto et dormitante ad Philippum sobrium et vigilantem». Quod tam liberum mulierculae responsum excussit regi crapulam et somnum: causam eius ille diligentius inspexit et iustiorem sententiam tulit.

Maiorum Lingua C – Seneca

Grande fu in Filippo, re dei macedoni, la sopportazione delle offese, grande strumento per la difesa del regno e degno di grandi lodi. Una volta l’ateniese Democare era venuto tra altri inviati ateniesi. Ascoltata con benevolenza la rappresentanza, Filippo disse: “Ditemi che cosa posso fare di gradito agli Ateniesi”. Democare gli rispose: “Impiccarti!”. Sorse sdegno tra presti di fronte a una risposta così disumana. Filippo ordinò loro di tacere e congedò l’uomo sano e salvo. Disse: “Voi, inviati, riferite agli Ateniesi che sono molto più arroganti coloro che parlano in questo modo rispetto a chi ascolta senza danno ciò che viene detto”.
Un’altra volta, dopo che una donna aveva perorato una causa di fronte al re che stava addormentandosi a causa del vino ed era stata ingiustamente condannata, gridò che si appellava al suo giudizio. “A chi dunque” disse il re adirato. E lei: “Al Filippo ubriaco e che dorme vicino al Filippo sveglio e sobrio”. Una risposta così sfrontata di una donnicciola scosse il cibo e il sonno del re: esaminò con maggiore attenzione la sua causa e pronunciò una sentenza più giusta.