Eraclito

Eraclito visse a cavallo tra il VI e il V secolo a.C. nella colonia greca di Efeso, in Asia Minore. È considerato uno dei più importanti presocratici, coloro che pensarono e scrissero prima di Socrate. Eraclito concepì una visione dinamica e tragica dell’universo, in cui tutto scorre inesorabilmente secondo il logos, una legge cosmica razionale ma indecifrabile per gli uomini.

Secondo Eraclito, “tutto scorre” (pantha rhei). Nulla rimane uguale a se stesso, ma tutte le cose sono in continuo divenire, in un eterno flusso di trasformazioni. Anche le cose che sembrano immutabili, come le montagne o i continenti, in realtà cambiano lentamente nel tempo. Nel cosmo tutto nasce e muore in una circolarità senza fine, governata dalla logica del logos. L’universo è dunque dotato di un ordine intrinseco, ma gli esseri umani non riescono a comprenderlo, apparendo loro caotico e contraddittorio.

Tutto quanto esiste deriva dalla tensione di opposti: caldo e freddo, secco e umido, vita e morte. Gli opposti sono dunque inseparabili e coesistono in una sintesi dinamica. Il fuoco è l’elemento che meglio simboleggia questa coesistenza degli opposti e questo continuo divenire. Anche l’anima umana riflette questa tensione di contrari: “La stessa cosa è per l’anima il vivente e il morto, la veglia e il sonno, la giovinezza e la vecchiaia“. L’uomo è un essere fragile e contraddittorio, sospeso tra opposti.

Il mondo è regolato da un logos universale che tutto dirige secondo giustizia. Ma gli uomini vivono come sonnambuli, immersi nell’apparenza ingannevole delle cose e incapaci di cogliere la vera essenza del reale. Solo i sapienti riescono a intuire il logos e vivere in armonia con esso. Eraclito predicava dunque la necessità per l’uomo di superare il proprio limitato punto di vista e giungere alla visione universale del logos. Solo così l’anima può raggiungere la serenità e liberarsi dall’angoscia della mortalità.

In sintesi, Eraclito propose una visione pessimistica dell’esistenza umana, che appare transitoria e limitata di fronte all’eterno fluire del cosmo. Ma indicò anche la possibilità di una condizione superiore di armonia e saggezza, raggiungibile attraverso l’intuizione del logos. La sua filosofia influenzò profondamente Platone ed è considerata il primo grande sistema filosofico del pensiero occidentale.