La carestia e la pestilenza affliggono i soldati di Alessandro

Alexander rex pervenit ad maritimos Indos. Desertam vastamque regionem late tenent ac ne cum finitimis quidem ullo commercii iure miscentur. Solitudo natura quoque immitia efferavit ingenia: prominent ungues numquam recisi, comae hirsutae et intonsae sunt. Tuguria conchis et ceteris purgamentis maris instruunt. Ferarum pellibus tecti, pisces sole duratos manducant. Macedones alimentis carebant et, fame et inopia adducti, radicibus palmarum alebantur. Sed cum radicibus caruerant, iumenta caedebant. Famem deinde pestilentia excepit: quippe insalubrium ciborum suci novi erant, praeterea itineris labor et aegritudo animi vulgaverant morbos. Acris pestilentia milites urgebat. Ergo repleti erant campi semivivis et cadaveribus. Milites vix arma portabant: saepe ab aegris revocati, ne respicere quidem suos valebant. Aegri milites deos testes regisque opem implorabant. Alexander, dolore anxius, a finitimarum regionum praefectis auxilium petiit: extemplo servi canistra coctis cibariis plena camelis vexerunt. Itaque fame dumtaxat vindicati milites tandem in Cedrosiae fines perducuntur.

Curzio Rufo

Il re Alessandro giunse presso gli Indiani costieri. Occupano ampiamente una zona ampia e desertica e non sono associati neppure con i popoli confinanti da nessun diritto di commercio. L’isolamento ha anche abbrutito le indoli crudeli per natura: le unghie, mai tagliate, sporgono, le chiome sono ispide e incolte. Costruiscono capanne con conchiglie e altri rifiuti del mare. Coperti dalle pelli degli animali selvatici, mangiano pesci seccati dal sole. I Macedoni mancavano di viveri e, spinti dalla fame e dal bisogno, si nutrivano delle radici delle palme. Ma quando mancavano di radici, uccidevano le bestie da soma. Quindi alla carestia seguì una pestilenza: infatti i succhi dei cibi malsani erano insoliti, inoltre la fatica della marcia e il malessere dell’animo avevano propagato le malattie. Una violenta pestilenza tormentava i soldati. Dunque i campi erano pieni di persone mezze morte e di cadaveri. I soldati a stento reggevano le armi: richiamati spesso dai malati, non erano neppure in grado di voltarsi a guardare i loro compagni. I soldati malati invocavano gli dèi a testimoni e l’aiuto del re. Alessandro, angosciato per il dolore, chiese aiuto ai prefetti dei territori confinanti: subito dei servi trasportarono con i cammelli ceste piene di cibi cotti. E così i soldati, liberati per lo meno dalla fame, vennero condotti infine nel territorio della Gedrosia.