Il bene più prezioso

Olim lupus, macilentus famelicusque, pinguem canem vidit. Tum lupus cani dixit: «Tu nites, ego autem esurio!». Respondit canis: «Dominus meus sese et sua bona mihi committit; ego domum fideliter (fedelmente) custodio, quare dominus mihi ossa et carnem iactat ex mensa sua. Sic, sine labore, ventrem meum impleo! Tibi quoque dominus meus ossa carnemque dabit si hoc (questo) officium acceperis!». Lupus iam laetus erat, sed repente canis collum attritum notavit. Tum canem interrogavit: «Cur collum tuum sic attritum est?». Respondit animal: «Nugae sunt! Nocte a domini servis ingenti catena alligor…». Tum exclamavit lupus: «Libertatem meam propter plenum ventrem certe non amittam! Nam ego libertatem meam catenae tuae antepono!». Et statim in silvam fugit et se abscondidit.

Un giorno un lupo, magro e affamato, vide un cane grasso. Allora il lupo disse al cane: «Tu hai un bell’aspetto, mentre io soffro la fame!». Il cane rispose: «Il mio padrone mi affida se stesso e i suoi beni; io difendo fedelmente la casa, per questo il padrone dalla sua mensa mi getta ossa e carne. Così, senza fatica, riempio la mia pancia! Il mio padrone darà anche a te ossa e carne, se ti assumerai questo compito!». Il lupo era già felice, ma all’improvviso notò il collo logoro del cane. Allora interrogò il cane: «Perché il tuo collo è così logoro?». L’animale rispose: «Sono sciocchezze! Di notte sono legato con una grossa catena dai servi del padrone…». Allora il lupo esclamò: «Senza dubbio non perderò la mia libertà per una pancia piena! Infatti io preferisco la mia libertà alla tua catena!». E subito fuggì nel bosco e si nascose.