Il primo tentativo di matricidio di Nerone

Noctem sideribus inlustrem et placido mari quietam quasi convicendum ad scelus dii praebuere. Nec multum erat progressa navis, duobus e numero familiarium Agrippinam comitantibus, ex quis Crepereius Gallus haud procul gubernaculis adstabat, Acerronia super pedes cubitantis reclinis paenitentiam filii et recuperatam matris gratiam per gaudium memorabat, cum dato signo ruere tectum loci multo plumbo grave, pressusque Crepereius et statim exanimatus est: Agrippinam et Acerronia eminentibus lecti parietibus ac forte validioribus, quam ut oneri cederent, protectae sunt. Nec dissolutio navigii sequebatur, turbatis omnibus et quod plerique ignari etiam conscios impediebant.

Tacito

Gli dei offrirono, come se bisognasse dimostrare chiaramente il misfatto, una notte splendente di stelle e la quiete di un mare placido. La nave non si era allontanata di molto, mentre accompagnavano Agrippina due della cerchia dei suoi familiari, dei quali Crepereio Gallo stava non lontano dal timone, Acerronia, chinata sui piedi di lei (=Agrippina) che stava a letto, ricordava con gioia il pentimento del figlio (=Nerone) e la riguadagnata influenza della madre, quando, dato il segnale, il tetto del luogo, appesantito da molto piombo, crollò e Crepereio venne schiacciato e ucciso all’istante: Agrippina e Acerronia furono protette dai lati del letto alti e per caso troppo robusti per cedere al peso. Non ne conseguiva l’affondamento della nave, mentre tutti erano sconvolti anche perché i più, incapaci, ostacolavano anche gli esperti.