Sentimenti da evitare

Tria deinde ex praecepto veteri praestanda sunt ut vitentur:odium invidia, cotemptus. Quomodo hoc fiat, sapientia sola monstrabit:difficile enim temperamentum est,verendumque, ne in contemptum nos invidiae timor tranterat, ne dum calcare nolumus, videamur posse calcari. Multis timendi attulo causas timeri posse.undique nos reducamus:non minus contemni quam suspici nocet.ad philosophiam ergo confugiendum est:hae litterae, non dico apud bonos, sed apud mediocriter malos infularum loco sunt.nam forensis eloquentia et quaecumque alia populum movet, adversarios habet: haec quieta et sui negotii contemni non potest, cui ab omnibus artibus etiam apud pessimos honore est.numquam in tantum convalescet nequitia,numquam sic contra virtus coniurabitur, ut non philosophiae nomen venerabile et sacrum maneat.

Inoltre, secondo un vecchio precetto, ci sono tre cose da evitare con cura: l’odio, l’invidia, il disprezzo. Solo la saggezza può mostrarci come realizzare questo intento; è difficile tenere una giusta via di mezzo ed evitare che la nostra paura dell’invidia ci porti a essere disprezzati, e mentre non vogliamo calpestare nessuno, gli altri abbiano l’impressione che possiamo essere calpestati. Per molti fu causa di timore l’essere temuti. Abbandoniamo tutte queste posizioni: il disprezzo altrui nuoce quanto la deferenza. Dobbiamo rifugiarci nella filosofia; questa disciplina ispira un sacro rispetto non solo alle persone oneste, ma anche agli uomini non del tutto malvagi. L’eloquenza forense e qualunque altra cosa possa avere influenza sul popolo, crea avversari: la filosofia, invece, pacifica e presa dalle sue occupazioni, non può essere oggetto di disprezzo, viene anzi tenuta in considerazione in tutte le professioni anche dagli uomini peggiori. Mai la perversità sarà tanto potente, mai si congiurerà a tal punto contro le virtù che il nome della filosofia non rimanga sacro e venerabile.