Impariamo dai popoli nordici

Omnes considera gentes in quibus Romana pax desit, Germanos dico et quicquid circa Histrum vagarum gentium occursat: perpetua illos hiems, triste caelum premit, maligne solum sterile sustentat; imbrem culmo aut fronde de fendunt, super durata glacie stagna persultant, in alimentum feras captant. Miseri tibi videntur? Nihil miserum est quod in naturam consuetudo perduxit; paulatim enim voluptati sunt, quae necessitate coeperunt. Nulla illis domicilia nullaeque sedes sunt nisi quas lassitudo in diem posuit; vilis et hic quaeren dus manu victus, horrenda iniquitas caeli, intecta corpora: hoc quod tibi cala mitas videtur, tot gentium vita est. Quid miraris bonos viros, ut confirmentur, concuti? Non est arbor solida nec fortis nisi in quam frequens ventus in cursat: ipsa enim vexatione constringitur et radices certius figit; fragiles sunt, quae in aprica valle creverunt. Pro ipsis ergo bonis viris est, ut esse interriti pos sint, multum inter formidolosa versari et aequo animo ferre, quae non sunt ma la nisi male sustinenti.

Esperienze di traduzione – Pag.119 n.11 – Seneca

Considera tutti i popoli tra i quali la pace romana non è presente, i Germani, intendo dire, e tutte quelle popolazioni nomadi che ti si possono far incontro nei pressi del Danubio: li opprime un perpetuo inverno, un clima rigido, una terra sterile malamente li nutre; si difendono dalla pioggia con canne o fronde, camminano cautamente su stagni gelati, catturano animali selvatici per alimentarsi. Ti sembrano miseri?Non è misera nessuna cosa che l’abitudine abbia condotto a comportamento naturale; poco a poco, infatti, divengono piacevoli quelle abitudini che per necessità presero piede. Non hanno case non hanno sedi stabili se non quelle che la stanchezza offre loro di giorno in giorno; si nutrono di un cibo umile e che devono procurarsi con le loro mani, sopportano un clima terribilmente inclemente, non coprono i loro corpi: questo che ti pare una disgrazia è il sistema di vita di tanti popoli. Perché ti meravigli, quindi, che gli uomini buoni debbano subire colpi per rafforzarsi? Non c’è un albero saldo né forte se non quello contro il quale il vento frequentemente si scatena: infatti è reso compatto proprio dal continuo assalto e infigge con maggiore saldezza le sue radici; sono, invece fragili quelli che sono cresciuti in una valle soleggiata. In favore degli stessi uomini buoni, dunque, affinché possano essere impavidi, accade che spesso si trovino in situazioni terribili e con tranquillità sopportino quelli che non sono mali se non per chi non li sa sopportare.