La lettera di Temistocle al re persiano Artaserse

Scio plerosque scripsisse Themistoclem, Xerxe regnante, in Asiam transisse. Sed ego potissimum Thucydidi credo, quod aetate proximus de iis, qui illorum temporum historiam reliquerunt, et eiusdem civitatis fuit. Is autem ait ad Artaxerxen eum venisse atque his verbis epistulam misisse: “Themistocles veni ad te, qui plurima mala omnium Graiorum in domum tuam intuli, quamdiu mihi necesse fuit adversum patrem tuum bellare patriamque meam defendere. Idem multo plura bona feci, postquam in tuto ego et ille in periculo esse coepit. Nam cum in Asiam reverti vellet proelio apud Salamina facto, litteris eum certiorem feci dissolvi pontem, quem in Hellesponto fecerat, atque ab hostibus circumiri: quo nuntio ille periculo est liberatus. Nunc autem confugi ad te exagitatus a cuncta Graecia, tuam petens amicitiam. Rogo autem ut de iis rebus, quas tecum colloqui volo, annuum mihi tempus des eoque transacto ad te venire patiaris”.

Corso di lingua latina per il biennio – Unità 14-25 (Volume II) – Cornelio Nepote

So che la maggior parte degli storici scrisse che Temistocle, durante il regno di Serse, si recò in Asia. Ma io presto fede soprattutto a Tucidide, giacché egli fu sia vicino per età a coloro che ci lasciarono la storia di quei tempi, sia della stessa città. Egli stesso afferma che Temistocle giunse da Artaserse e gli spedì una lettera con queste parole: “Sono venuto da te, io, Temistocle, che, tra tutti i Greci, ho portato nella tua reggia moltissimi mali, tanto a lungo mi è stato necessario combattere contro tuo padre e difendere la mia patria. Ma allo stesso tempo gli recai molti più beni, dopo che la mia persona fu al sicuro ed egli iniziò a trovarsi in pericolo. Infatti, desiderando egli ritornare in Asia, terminata la battaglia presso Salamina, lo informai per lettera che veniva distrutto ed accerchiato dai nemici il ponte, che aveva fatto costruire sull’Ellesponto: e grazie a questo messaggio quello fu liberato dal pericolo. Ora, tuttavia, mi sono rifugiato da te, perseguitato dalla Grecia intera, domandando la tua amicizia. Chiedo altresì che tu mi dia tempo un anno per dedicarmi al piano di cui desidero discutere con te, e che, una volta organizzatolo, tu mi conceda di rifugiarmi presso di te”.