La pace con gli Albani ha breve durata

Nec diu pax Albana mansit. Cum Fidenae aperte descissent, Tullus contra hostes ducit. Ubi Anienem transiit, conlocat castra. Inter eum locum et Fidenas Veientium exercitus Tiberim transierat. Hi in acie prope flumen tenuerunt dextrum cornu; in sinistro Fidenates propius montes consistunt. Tullus adversus Veientes hostes derigit suos, Albanos contra legionem Fidenatium conlocat. Albano duci non plus animi erat quam fidei (gen. partitivo). Nec manere ergo nec transire aperte ausus, sensim ad montes succedit; inde satis subisse sese ratus, erigit totam aciem. Mirati sunt primo Romani qui proximi steterant ut nudari latera sua sociorum digressu senserunt; inde eques nuntiat regi abire Albanos. Tullus in re trepida vovit Salios fanaque Pallori ac Pavori. Postea instat Tullus fusoque Fidenatium cornu in Veientes ferocior redit. Nec illi tulerunt impetum, sed a fuga flumen arcebat. Postea alii arma foede iactantes et socios perterritos secuti in aquam ruebant, alii dum cunctantur in ripis oppressi sunt. Tullus victoriam adeptus discessit; non alia ante Romana pugna atrocior fuit.

Ad Litteram – Esercizi 1 – Pag.355 n.13 – Livio

Ma la pace con Alba non durò a lungo. Quando Fidene si ribellò apertamente, Tullo mosse contro i nemici. Dopo che attraversò l’Aniene, pone gli accampamenti. L’esercito dei Veienti aveva passato il Tevere tra quel luogo e Fidene. Nello schieramento questi mantennero l’ala destra presso il fiume; al lato sinistro i Fidenati si fermano più vicino ai monti. Tullo dirige i suoi contro i nemici Veienti, colloca gli Albani contro la legione dei Fidenati. Il comandante Albano non aveva più di animo che di fede. Quindi, non osando rimanere né apertamente passare (al nemico), si avvicina piano piano ai monti; poi, pensando di essersi avvicinato a sufficienza, dispiega lo schieramento. I Romani che si trovavano più vicino rimasero meravigliati quando si resero contro che a causa dell’allontanarsi degli alleati i propri fianchi rimanevano scoperti; quindi un cavaliere annuncia al re che gli Albani si ritirano. Tullo, nel momento del pericolo, consacra i Salii e dei templi alla divinità del Pallore e alla divinità del Terrore. Poi Tullo incalza (i nemici) e, sbaragliata l’ala dei Fidenati, torna più feroce contro i Veienti. E quelli non sostennero l’impeto, ma il fiume li tratteneva dalla fuga. Poi alcuni, gettando vergognosamente le armi e seguendo i compagni terrorizzati cadevano in acqua, altri, mentre esitavano sulla riva, furono uccisi. Tullo si allontanò dopo avere conseguito la vittoria; nessuna battaglia romana fu, in precedenza, più sanguinosa.