La pantera e il contadino

Panthera in foveam cadit. Escam non capit et inedia panthera opprimitur. Villarum incolae pantheram in fovea aspiciunt: panthera virgis verberatur et lapidatur. Agricola silvam peragrat et feram in fovea aspicit. Miseria et inedia ferae agricolam movent: nam apud foveam stat et escam pantherae iacit. Panthera escam sumit et facile ex fovea salit. Nunc fera iniurias vindicare cupit. Per villas currit: capellas, agnas et villarum incolas trucidat. Agricola pantheram aspicit et timet. Veniam petit, sed panthera respondet: «Te (“te”, “ti”, acc.) agnosco, agricola: veniam petis, sed gratiam reddo».

Fedro

Una pantera cade in una fossa. Non mangia cibo e la pantera è tormentata dalla fame. Gli abitanti delle case di campagna osservano la pantera nella fossa: la pantera viene colpita con bastoni e viene presa a sassate. Un contadino percorre il bosco e nota la belva nella fossa. L’afflizione e la fame della belva commuovono il contadino: infatti sta presso la fossa e lancia cibo alla pantera. La pantera mangia il cibo e di notte balza dalla fossa con facilità. Ora la belva desidera vendicare le offese. Corre per le case di campagna: trucida caprette, agnelle e abitanti delle case di campagna. Il contadino guarda la pantera e ha paura. Chiede la grazia, ma la pantera risponde: «Ti riconosco, o contadino: chiedi la grazia, ma restituisco il favore».