La volpe e la cicogna

Olim vulpecula ciconiam ad cenam invitat. In patinam infida vulpecula escam ponit, deinde patinam ciconiae dat; sed ciconia escam a patina sumere nescit: nam ciconiae longius rostrum (“un becco troppo lungo”, nom.) est. Postridie ciconia vulpeculam ad cenam invitat, et in lagoenam escas ponit; sed vulpecula a lagoena escas sumere nescit, et frustra linguam in lagoenam inserit. Tunc ciconia vulpeculam monet: «Qui (“Colui che”, sogg.) iniurias parat, iniurias accipit».

Fedro

Un giorno una piccola volpe invita una cicogna a cena. L’infida volpe pone il cibo in un piatto, poi dà il piatto alla cicogna; ma la cicogna non riesce a mangiare il cibo dal piatto: infatti la cicogna ha un becco troppo lungo. Il giorno successivo la cicogna invita a cena la piccola volpe, e pone il cibo in una bottiglia; ma la piccola volpe non riesce a mangiare i cibi dalla bottiglia, e introduce inutilmente la lingua nella bottiglia. Allora la cicogna rimprovera la piccola volpe: «Colui che procura offese, riceve offese».