L’aquila non prende le mosche

Aquila magna cum superbia volat, apud villam mulam videt et necat, agnam quoque videt et necat, itaque aquila ab agnis mulisque timetur. Neque formica neque musca terrentur ab aquila; nam musca et formica aquilae insidias non timent; itaque agna et mula invidia vincuntur: nam formicis muscisque aquilarum cura non est sed serene vivunt. Olim musca in mula sedet, mula muscae vitam laudat, suam vitam vero contemnit et muscae dicit: «Quam beata es. Semper autem aquilae superbiam et saevitiam timeo, in silvarum umbra et latebris delitesco, sed saepe ab aquila videor et fuga salutem peto; tu («tu», nom.) autem magna cum laetitia vivis neque aquilae insidias times». Musca respondet: «Parva sum, ergo magnarum ferarum insidias non timeo sed parvarum bestiolarum insidiis terreor». Potentes non existimant humiles sed contemnunt. Poetae quoque dicunt: aquila muscas non captat.

Fedro

Un’aquila vola con grande superbia, vede una mula vicino ad una fattoria e la uccide, vede anche un’agnella e la uccide, pertanto l’aquila è temuta dalle agnelle e dalle mule. Né la formica né la mosca sono spaventate dall’aquila; infatti la mosca e la formica non temono l’agguato dell’aquila; pertanto l’agnella e la mula sono vinte dall’invidia: infatti le formiche e le mosche non hanno la preoccupazione delle aquile ma vivono serenamente. Un giorno una mosca si posa su una mula, la mula loda la vita della mosca, mentre disprezza la sua vita e dice alla mosca: «Come sei felice. Io invece temo sempre l’arroganza e la crudeltà dell’aquila, mi nascondo all’ombra dei boschi e in nascondigli, ma spesso sono vista dall’aquila e cerco la salvezza con la fuga; tu invece vivi con grande gioia e non temi l’agguato dell’aquila». La mosca risponde: «Sono piccola, dunque non temo l’agguato delle grandi bestie ma sono spaventata dall’agguato dei piccoli animaletti». I potenti non considerano gli umili ma li disprezzano. Anche i poeti dicono: l’aquila non prende le mosche.