Le sconfitte romane nella storia

Mithridates, militibus ad concionem convocatis, sic locutus est: esse sibi victoriae fiduciam, si illis sit animus; Romanos enim vinci posse, quod (cosa che) ipsi cognoverint cum eos in Bithynia vicerint. Iam pridem a Pyrrho, rege Epiri, non amplius quam quinque milibus Macedonum instructo, fusos esse tribus proeliis Romanos. Hannibalem autem sedecim annos in Italia victorem moratum esse et quin ipsam caperet Urbem non Romanorum vires impedivisse sed domesticas invidias. Populos quoque Transalpinae Galliae, Italiam ingressos, maximas urbes in ea possidere, nec victam solum Romam a Gallis sed etiam captam, ita ut unius illius montis cacumen relinqueretur, nec bello sed pretio hostem ab Urbe remotum esse […]. A multis civitatibus Italiae deletos Romanorum exercitus ferro, a quibusdam civitatibus novo contumeliae more sub iugum missos. Simul a Germania Cimbros, immensa milia ferorum atque immitium hominum, more procellae, inundasse Italiam. Ac, ne veteribus exemplis immoretur, hoc ipso tempore universam Italiam bello Marsico consurrexisse poscentem consortium imperii ac civitatisque.

Giustino

Mitridate, convocati i soldati in adunanza, parlò così: aveva fiducia nella vittoria, se loro avevano coraggio; i Romani infatti potevano essere sconfitti, cosa che essi stessi appresero quando li sconfissero in Bitinia. Già un tempo da Pirro, re dell’Epiro, essendo stati schierati non più di mille Macedoni, i Romani furono sbaragliati in tre battaglie. E inoltre Annibale si era fermato vincitore per sedici anni in Italia e non le forze dei Romani ma le ostilità domestiche l’avevano ostacolato dal conquistare la stessa Roma. Anche i popoli della Gallia Transalpina, entrati in Italia, avevano città assai importanti in essa, e Roma fu non solo sconfitta ma anche conquistata dai Galli, tanto che veniva lasciata la cima di una sola collina, e il nemico fu allontanato da Roma non con la guerra, ma con il denaro […]. Da molte nazioni dell’Italia gli esercito dei Romani erano stati annientati con le armi, da alcune nazioni con un nuovo tipo di oltraggio erano stati fatti passare sotto il giogo. Contemporaneamente dalla Germania i Cimbri, infinite migliaia di feroci ed efferati barbari, a mo’ di burrasca, avevano inondato l’Italia. E, affinché non ci si soffermi su esempi antichi, in questo stesso periodo l’intera Italia, rivendicando la comunanza dell’impero e della cittadinanza, si è sollevata nella guerra Marsica.