L’utile non può essere disgiunto dall’onesto

Nihil est utile, quod honestum non sit. Id Pyrrhi bello sine ullo dubio a Gaio Fabricio consule et a senatu nostro iudicatum est. Cum enim rex Pyrrhus populo Romano bellum intulisset cumque de imperio certamen esset cum rege generoso ac potente, perfuga aliqui ab eo clam venit in castra Fabricii eique pollicitus est se pro praemio in Pyrrhi castra rediturum esse et eum veneno necaturum. Hunc Fabricius reducendum curavit ad Pyrrhum, idque factum laudatum est a senatu. Si speciem utilitatis opinionemque quaerimus, unus perfuga magnum bellum et gravem adversarium Romani imperii tollere poterat. Sed Fabricius magnum dedecus putavit Pyrrhum non virtute, sed scelere superare. Nam et Fabricius et senatus noster, qui numquam utilitatem a dignitate seiunxit, certare armis utilius iudicavit quam venenis.

Cicerone

Nulla che non sia onesto è utile. Ciò fu dedotto senza alcun dubbio dal console Gaio Fabrizio e dal nostro senato durante la guerra contro Pirro. Infatti poiché il re Pirro aveva portato guerra al popolo Romano, e poiché c’era una contesa per la supremazia con un re nobile e potente, un qualche disertore si recò di nascosto nell’accampamento di Fabrizio e gli promise che, in cambio di una ricompensa, sarebbe tornato nell’accampamento di Pirro e lo avrebbe ucciso con il veleno. Fabrizio fece ricondurre costui da Pirro, e questa azione fu lodata dal senato. Se consideriamo l’aspetto e l’opinione dell’utilità, un solo disertore avrebbe potuto eliminare una grande guerra ed un pericoloso nemico dell’impero Romano. Ma Fabrizio ritenne un grande disonore vincere Pirro non con il valore, ma con un misfatto. Infatti sia Fabrizio sia il nostro senato, che non separò mai l’utilità dalla dignità, considerarono più utile combattere con le armi che con i veleni.