Ordinamento sociale dei Germani

Germani reges ex nobilitate, duces ex virtute sumunt. Nec regibus infinita aut libera potestas est, et duces exemplo potius quam imperio, si prompti, si conspicui, si ante aciem agant, admiratione praesunt. Ceterum neque animadvertere neque vincere, ne verberare quidem nisi sacerdotibus permissum, non quasi in poenam nec ducis iussu, sed velut deo imperante, quem adesse bellantibus credunt. Effigiesque et signa quaedam detracta lucis in proelium ferunt. Quodque praecipuum fortitudinis incitamentum est, non casus nec fortuita conglobatio turman aut cuneum facit, sed familiae et propinquitates; et in proximo pignora, unde feminarum ululatus audiri, unde vagitus infantium. Hi cuique sanctissimi testes, hi maximi laudatores: ad matres, ad coniuges vulnera ferunt; nec illae numerare aut exigere plagas pavent, cibosque et hortamina pugnantibus gestant.

Tacito

I Germani scelgono i re in base alla nobiltà di stirpe, i condottieri in base al valore. I re non hanno una sovranità illimitata o senza controllo, e i condottieri comandano grazie al loro esempio più che al loro potere, grazie all’ammirazione, se risoluti, se si mettono in vista, se combattono davanti allo schieramento. Quanto al resto, non è consentito castigare, nè incatenare, neppure fustigare se non ai sacerdoti, non per punizione nè per ordine del capo, ma come se lo comandasse dio, che credono esser vicino ai combattenti. Portano in battaglia alcune immagini e statue tolte dai boschi sacri. E cosa che è un importante stimolo al coraggio, non il caso nè il raggruppamento fortuito formano lo squadrone o il cuneo, ma le famiglie e le parentele; e le persone care stanno in un luogo vicino, da dove si odono le urla delle donne, i vagiti dei bambini. Per ognuno questi sono i testimoni più sacri, questi gli elogiatori più efficaci: porgono le ferite alle madri, alle mogli; e quelle non temono di contare o di esaminare le piaghe, e recano ai combattenti cibi e incoraggiamenti.