Protagora ad Evatlo (prima parte)

Evathlus, adolescens dives, eloquentiae discendae cupiens fuit. Is in disciplinam Protagorae sese dedit daturumque promisit mercedem grandem pecuniam, quantam Protagoras petiverat, dimidiumque eius dedit iam tunc statim priusquam disceret, pepigitque ut reliquum dimidium daret quo primum die causam apud iudices orasset et vicisset. Postea cum diutule auditor adsectatorque Protagorae fuisset et in studio quidem facundiae abunde promovisset, causas tamen non reciperet tempusque iam longum transcurreret et facere id videretur, ne reliquum mercedis daret, capit consilium Protagoras, ut tum existimabat, astutum. Petere institit ex pacto mercedem, litem cum Evathlo contestatur. Et cum ad iudices coniciendae consistendae causae gratia venissent, tum Protagoras sic exorsus est: «Disce – inquit stultissime adolescens, utroque id modo fore uti reddas quod peto, sive contra te pronuntiatum erit sive pro te. Nam si contra te lis data erit, merces mihi ex sententia debebitur, quia ego vicero, sin vero secundum te iudicatum erit, merces mihi ex pacto debebitur, quia tu viceris».

Gellio

Evatlo, un giovane ricco, fu desideroso di imparare l’eloquenza. Egli si affidò per l’istruzione a Protagora e promise che gli avrebbe dato come compenso una grande somma di denaro, quanta ne aveva chiesta Protagora, e consegnò subito già allora, prima di apprendere, la metà di essa, e pattuì di dare la metà residua il giorno in cui per la prima volta avesse discusso e vinto una causa davanti ai giudici. In seguito poiché, pur essendo stato qualche po’ di tempo uditore e discepolo di Protagora e pur essendo senza dubbio avanzato a sufficienza nello studio dell’eloquenza, tuttavia non accettava cause e il tempo, ormai lungo, passava e sembrava che lo facesse per non dare il resto del compenso, Protagora prese una decisione, come pensava in quel momento, astuta. Insistette a chiedere il compenso secondo l’accordo, intentò un processo contro Evatlo. Ed essendo andati davanti ai giudici per essere presenti e trattare la causa, allora Protagora cominciò il discorso così: “Sappi – disse – giovane stoltissimo, che in entrambi i modi, o sarà sentenziato contro di te o in tuo favore, tu mi pagherai ciò che chiedo. Infatti se la lite sarà decisa contro di te, il compenso mi verrà dato in base alla sentenza, perché io avrò vinto, se invece sarà giudicato in tuo favore, il compenso mi verrà dato in base all’accordo, perché tu avrai vinto”.