Straordinarie doti fisiche di Giulio Cesare

Armorum et equitandi peritissimus, laboris ultra fidem patiens erat. In agmine nonnumquam equo, saepius pedibus anteibat, capite detecto, seu sol seu imber esset; longissimas vias incredibili celeritate confecit, expeditus, meritoria reda, centena passuum milia in singulos dies; si flumina morarentur, nando traiciens vel innixus inflatis utribus, ut persaepe nuntios de se praevenerit. Utebatur autem equo insigni, pedibus prope humanis et in modum digitorum ungulis fissis, quem natum apud se, cum haruspices imperium orbis terrae significare domino pronuntiassent, magna cura aluit nec patientem sessoris alterius primus ascendit; cuius etiam instar pro aede Veneris Genetricis postea dedicavit.

Svetonio

Era espertissimo nell’uso delle armi e nell’andare a cavallo, resistente alla fatica al di là del credibile. In marcia andava avanti a tutti qualche volta a cavallo, più spesso a piedi, a capo scoperto, sia che ci fosse il sole oppure la pioggia; percorse con incredibile velocità lunghissimi tragitti, senza bagagli, con una carrozza a nolo, fece giornalmente centomila passi; se i fiumi lo ostacolavano, li attraversava a nuoto o sostenendosi ad otri gonfiati, cosicché molto spesso precedette gli annunciatori del suo arrivo. Usava poi un cavallo straordinario, con i piedi quasi umani e con le unghie divise come le dita, che era nato nella sua casa, e poiché gli aruspici avevano detto che preannunciava al padrone il dominio del mondo, lo allevò con grande cura e lo cavalcò per primo perché non sopportava un altro cavaliere; in seguito consacrò persino un’immagine di esso davanti al tempio di Venere Genitrice.