Un omicidio svelato da un sogno

Duo familiares Arcades iter una facientes Megaram venerunt, quorum alter se ad hospitem contulit, alter in tabernam miritoriam devertit. Is, qui in hospitio erat, vidit in somnis comitem suum orantem ut sibi cauponis insidiis circumvento subveniret: dicebat ille se enim posse celeri eius adcursu imminenti periculo subtrahi. Quo viso excitatus prosiluit tabernamque, in qua is deversabatur, petere conatus est. Pestifero deinde fato eius humanissimum propositum tamquam supervacuum damnavit et lectum ac somnum repetiit. Tunc idem ei saucius oblatus obsecravit ut, quoniam vitae suae auxilium ferre neglexisset, neci saltem ultionem non negaret: dixit enim corpus suum a caupone trucidatum tum maxime plaustro ferri ad portam stercore coopertum. Tam constantibus familiaris precibus conpulsus protinus ad portam cucurrit et plaustrum, quod in quiete demonstratum erat, comprehendit cauponemque ad capitale supplicium perduxit.

Valerio Massimo

Due amici Arcadi, mentre facevano un viaggio insieme, giunsero a Megara, uno di loro si recò presso un ospite, l’altro prese alloggio in una locanda. Quello che era in ospitalità vide in sogno il suo compagno che lo pregava di portare aiuto a lui minacciato dall’insidia dell’oste: diceva infatti di poter sfuggire all’imminente pericolo con il suo pronto accorrere. Destato da questa visione saltò su e si accinse a dirigersi alla locanda, nella quale quello alloggiava. Poi, per funesto destino, respinse come inutile la sua umanissima intenzione e andò di nuovo a letto e a dormire. Allora lo stesso, comparso a lui ferito, lo supplicò, dal momento che non si era curato di portare aiuto alla sua vita, di non rifiutare almeno di vendicare la sua uccisione: disse infatti che il suo corpo, massacrato dall’oste, proprio allora veniva trasportato, ricoperto col letame, su un carro verso la porta. Spinto dalle preghiere così ferme dell’amico, corse immediatamente alla porta e arrestò il carro, che gli era stato mostrato in sogno, e condusse l’oste alla pena di morte.