Verre scende in spiaggia in buona compagnia

Aestate summa, quo tempore ceteri praetores obire (inf. pres. di obeo) provinciam et concursare consuerunt aut etiam in tanto praedonum metu et periculo ipsi navigare, eo tempore ad luxuriem libidinesque suas domo sua regia – quae regis Hieronis fuit, qua praetores uti solent – contentus non fuit; tabernacula, quem ad modum consuerat temporibus aestivis, quod antea demonstravi, carbaseis intenta velis conlocari iussit in litore, quod est litus in insula Syracusis post Arethusae fontem propter ipsum introitum atque ostium portus in amoeno sane et ab arbitris remoto loco. Hic dies aestivos praetor populi Romani, custos defensorque provinciae, sic vixit ut muliebria cotidie convivia essent, vir accumberet nemo (“nessuno”, nom. m. sing.) praeter ipsum et filium – etsi recte sine exceptione dixeram virum, cum isti essent, neminem (“nessuno”, acc. m. sing.) fuisse. Non numquam etiam libertus Timarchides adhibebatur, mulieres autem nuptae nobiles praeter unam mimi Isidori filiam, quam iste propter amorem a Rhodio tibicine abduxerat.

Cicerone

In piena estate, periodo in cui gli altri governatori furono soliti visitare la provincia e andare in giro o navigare anche nella tanto grande paura e pericolo dei pirati, in quel tempo, per la sua dissolutezza e libidini, non fu contento del suo palazzo reale – che fu del re Gerone, di cui i governatori sono soliti servirsi -; ordinò che si collocassero delle tende, come aveva avuto l’abitudine nei periodi estivi, cosa che ho esposto in precedenza, coperte con veli di lino sulla spiaggia, che si trova a Siracusa sull’isola, dietro la fonte Aretusa, vicino alla stessa entrata del porto in un luogo certamente piacevole e lontano da osservatori. Il governatore del popolo Romano, custode e difensore della provincia, trascorse questi giorni d’estate così che ogni giorni vi fossero banchetti femminili, nessun uomo vi si stendesse, ad eccezione di lui stesso e del figlio – anche se senza eccezione avrei potuto convenientemente dire che, essendoci questi, non ci fosse stato nessun uomo. Talvolta era invitato anche il liberto Timarchide, inoltre donne nobili sposate tranne una, figlia del mimo Isidoro, che costui per amore aveva portato via ad un flautista di Rodi.