I Tarentini offendono gravemente gli ambasciatori romani

Postquam Galli a Cn. Cornelio Dolabella consule ex Italia eiecti sunt, Romanorum senatus novum bellum suscepit. Nam, quia inter Tarentinos atque Romanos iamdudum contentio de expugnatione atque dereptione urbis Thuriorum fiebat (“era in atto”), senatus legationem de pace, cuius Postumius princeps erat, Tarentum misit. Tum Tarentini Graeco more in theatro contionem populi advocare solebant: quo cum Romanorum legati admissi sunt cunctus populus eos contumeliis afficere coepit, immo cum Postumius dicere coepit, Tarentini eum etiam deridere coeperunt, quod emendate Graece loqui nesciebat. Praeterea, quod gravissimum est, dum legati e theatro discedunt inter confertissimam Tarentinorum turbam, scurra quidam (“uno svegognato”), Philonides nomine, sacra lagatorum vestimenta urina respersit. Tum Postumius iratus exclamavit: “Ridete, Tarentini, ridete donec licet; mox quidem large flebitis, nostrasque vestes multo sanguine eluetis” et cum comitibus urbem reliquit. Tum senatus ob grvissimam iniuriam Romanorum legatis illatam (“arrecata”), Tarentinis bellum indixit. Contra Romanos Tarentini auxilium a Pyrrho, Epiri rege, petiverunt, qui cum ingenti exercitu atque elephantibus in Italiam venit: tumque primum Romani cum transmarino hoste dimicaverunt.

Livio

Dopo che i Galli furono cacciati dall’Italia dal console Gneo Cornelio Dolabella, il senato dei Romani intraprese una nuova guerra. Infatti, poiché tra i Tarantini e i Romani era in atto già da tempo una contesa sull’espugnazione e distruzione della città di Turi, il senato inviò a Taranto un’ambasceria di pace, della quale il capo era Postumio. Allora i Tarantini, secondo l’usanza Greca, erano soliti convocare l’assemblea del popolo in teatro: quando gli ambasciatori vi furono lasciati entrare, tutto il popolo cominciò a oltraggiarli, anzi quando Postumio cominciò a parlare, i Tarantini cominciarono anche a deriderlo, poiché non sapeva parlare correttamente in Greco. Inoltre, cosa che è molto grave, mentre gli ambasciatori andavano via dal teatro nella serratissima folla dei Tarantini, uno svergognato, di nome Filonide, imbrattò d’urina gli abiti sacri degli ambasciatori. Allora Postumio esclamò adirato: «Ridete, o Tarantini, ridete finché è possibile; presto però piangerete copiosamente, e ripulirete le nostre vesti con molto sangue» e lasciò la città con i compagni. Allora il senato per la gravissima offesa arrecati agli ambasciatori dei Romani, dichiarò guerra ai Tarantini. Contro i Romani i Tarantini chiesero aiuto a Pirro, re dell’Epiro, il quale giunse in Italia con un grande esercito e con gli elefanti: e allora per la prima volta i Romani combatterono con un nemico d’oltremare.