Generosità di Scipione

Romani, cum in Hispania duas clades accepissent duosque summos imperatores amisissent, exercitum sibi augendum et proconsulem in eam provinciam mittendum esse putabant, sed non satis constabat quem mittere vellent. Ea de re indicta sunt comitia. Cum nemo illud imperium suscipere auderet, maesta erat civitas. Subito Cornelius Scipio, quattuor et viginti ferme annos natus, professus est se petere et omnes eum in Hispania proconsulem esse iusserunt, quamquam aetati Scipionis maxime diffidebant. Profectus igitur in Hispaniam, Scipio Carthaginem Novam quo die venit, eo expugnavit. Inter captivos ad eum adducta est eximiae formae virgo. Postquam audivit cam illustri loco natam esse, principique Celtiberorum adulescenti, Allucio nomine, desponsam, arcessitis parentibus et sponso, eam reddidit. Parentes virginis, qui ad eam redimendam magnum auri pondus attulerant, Scipionem oraverunt ut id donum acciperet. Scipio aurum poni ante pedes iussit vocatoque virginis sponso: «Super dotem – inquit – quam ab socero accepturus es, haec tibi a me dona accedant». Allucius, domum reversus, Scipioni Celtiberos conciliavit.

Lhomond

I Romani, dopo aver subito due sconfitte in Spagna ed aver perso due eccellenti generali, pensavano di dover rafforzare l’esercito e di dover mandare un proconsole in quella provincia, ma non era abbastanza chiaro chi volessero inviare. Furono indetti i comizi su tale cosa. Poichè nessuno osava assumere quel comando, la cittadinanza era afflitta. All’improvviso Cornelio Scipione, di circa ventiquattro anni, dichiarò pubblicamente di presentarsi candidato e tutti stabilirono che egli fosse proconsole in Spagna, sebbene non avessero molta fiducia dell’età di Scipione. Andato quindi in Spagna, Scipione espugnò, lo stesso giorno in cui giunse, Nuova Cartagine. Tra i prigionieri fu condotta davanti a lui una fanciulla di straordinaria bellezza. Dopo aver sentito che ella era nata da un’illustre famiglia, ed era promessa in matrimonio ad un giovane capo dei Celtiberi, di nome Allucio, fatti venire i genitori e il fidanzato, gliela restituì. I genitori della fanciulla, che avevano portato una grande quantità di oro per riscattarla, pregarono Scipione di accettare quel dono. Scipione ordinò di deporre l’oro davanti ai suoi piedi e chiamato il fidanzato della fanciulla: “Oltre la dote – disse – che sei destinato a ricevere da tuo suocero, si aggiungano per te da parte mia questi doni”. Allucio, ritornato a casa, rese i Celtiberi favorevoli a Scipione.