A scuola è legittimo andare a qualunque età

Inimicitias mihi denuntias si quicquam ex iis quae cotidie facio te celaverim. Vide quam simpliciter tecum vivam: hoc quoque tibi committam. Philosophum audio et quidem quintum iam diem habeo ex quo in scholam eo. «Bona», inquis, «aetate ». Quidni bona? Quid autem stultius est quam non discere quia diu non didiceris? «Quid ergo? Mihi suades ut idem ac trossuli ac iuvenes faciam?». Me quidem iuvat et omnis aetatis homines haec schola admittit. «In hoc senescamus, ut iuvenes sequamur?». In theatrum senex ibo et in circum deferar et nullum gladiatorum par sine me depugnabit: philosophum adire erubescam ? Tamdiu discendum est quamdiu nescias; si proverbio credimus, quamdiu vivas. Immo tamdiu discendum est quemadmodum vivas quamdiu vivas. Ego tamen illic aliquid et doceo. Quaeris quid reliquos doceam? Etiam seni esse discendum.

Seneca

Mi minacci rancore, se ti nasconderò qualcosa tra quelle (cose) che faccio ogni giorno. Guarda come vivrò schiettamente con te: ti confiderò anche questo. Ascolto le lezioni di un filosofo e sono già cinque giorni da quando vado a scuola. «All’età giusta», dici. Perché non (è) giusta? Cosa c’è di più sciocco che non imparare perché per lungo tempo non hai imparato? «E che dunque? Mi esorti a fare la stessa cosa dei bellimbusti e dei giovani?». Certamente mi giova e questa scuola ammette uomini di ogni età. «In questo invecchiamo, per seguire i giovani?». Da anziano andrò a teatro, mi recherò al circo e nessuna coppia di gladiatori combatterà senza di me: dovrei vergognarmi di andare da un filosofo? Bisogna imparare finché non sai; se crediamo al proverbio, finché vivi. Anzi bisogna imparare come vivere finché vivi. Tuttavia anch’io insegno qualcosa lì. Chiedi cos’altro potrei insegnare? Che anche un anziano deve imparare.