Nell’aiutare il prossimo occorre evitare la superbia

Si labores suos destituit in semine, perdet agricola quod sparsit. Nam, ut sata in fructum perveniant, cura adhibenda est maxima usque ad fructum. Eadem beneficiorum condicio est: nisi illa adiuveris, perdes. Si gratos vis habere, quos obligas, non tantum ut des beneficia oportet, sed ut ames. Praecipue, cum des, tacere optimum videtur; admonitio taedium facit, exprobratio odium. Nihil aeque in beneficio vitandum est quam superbia. Ipsa res te extollit. Detrahenda est, ut videtur, inanis iactatio; res loquentur nobis tacentibus. Non tantum ingratum, sed invisum est beneficium superbe datum. Iucunda sunt, quae humana fronte tribuuntur. Si maiora videntur, quod tumultuosius data sunt, beneficia perdimus: superbia enim in odium etiam amanda perducit.

Seneca

Il contadino, se abbandona i suoi sforzi durante la semina, perderà ciò che ha disseminato. Infatti, affinché i campi seminati giungano al frutto, bisogna impiegare grandissima cura fino al frutto. La stessa è la condizione dei benefici: se non li sosterrai, li perderai. Se vuoi rendere riconoscenti coloro che leghi (a te), non soltanto è necessario che tu dia loro benefici, ma che li ami. In particolare, quando lo concedi, la cosa migliore sembra tacere; il richiamo genera fastidio, il rimprovero (genera) odio. Nel beneficio nulla bisogna evitare quanto l’arroganza. L’atto stesso (del donare) ti innalza. Bisogna eliminare, come sembra, l’inutile ostentazione; i fatti parlano nonostante noi tacciamo. Il beneficio concesso con arroganza non soltanto è sgradito, ma anche odioso. Sono graditi quelli (= riferito ai benefici) che sono concessi con un atteggiamento umano. Se sembrano troppo grandi, poiché sono stati concessi in maniera vistosa, perdiamo i benefici: infatti l’arroganza conduce all’odio anche le cose da amare.